Ordine dei medici: “A Cosenza non si opera, manca personale”

Gianluca Pasqua

Eugenio Corcioni: “colpa esclusiva della direzione generale”

Interventi chirurgici solo in caso di emergenza nell’ospedale dell’Annunziata a causa della carenza di personale. “È uno scandalo” afferma il presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza Eugenio Corcioni in un’intervista rilasciata all’Adnkronos. “Le sale operatorie lavorano a scartamento ridotto per colpa esclusiva della direzione generale. Il commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Giuseppina Panizzoli può assumere, – spiega Corcioni – ma c’è una procedura tecnica che non sa attivare ed è tutto bloccato. È una follia. Non è accettabile che non si possa procedere alle assunzioni già autorizzate, con graduatoria pronta. Il risultato è che i pazienti devono andare fuori regione anche per un’ernia inguinale. Si aumenta così la migrazione sanitaria e i costi a carico della sanità calabrese”.

“Il coronavirus ha incancrenito questa situazione. Non si tratta di una questione di dispositivi di protezione che in sala operatoria – chiarisce il presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza – erano obbligatori anche prima del Covid-19. È un dato di fatto che mancano ferristi ed infermieri, personale prezioso in quanto i medici senza loro non possono operare. Le iniziative del Governo hanno dato massima libertà nell’assunzione di nuovo personale e se l’Azienda Ospedaliera di Cosenza non ha acquisito né medici, né infermieri la responsabilità è della direzione generale. Questa è la verità, non ci sono impedimenti tecnici o giuridici, ma l’incapacità di aumentare l’organico. Mi chiedo perché abbiano riaperto i termini per quattro concorsi (di reparti essenziali quali oncologia, cardiologia interventistica, otorinolaringoiatria, chirurgia pediatrica) bloccando l’iter anche se gli iscritti già c’erano”.

“È evidente che se le sale operatorie (che per me dovrebbero lavorare h 24) non sono attive almeno 12 ore al giorno per sei giorni alla settimana, ma funzionano solo per le urgenze, i bilanci saranno sempre in passivo. Il commissario per il piano di rientro dal debito sanitario Saverio Cotticelli ha stilato le linee per il riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, ma è una sorta di imbroglio, di fatto non è stato fatto nulla. Un esempio su tutti. L’aumento dei posti letto in terapia intensiva senza finanziamenti per rifarle, visto che sono un sistema chiuso con un riciclo di gas altamente infettivo, è impraticabile. Si parla quindi di posti da riconvertire, togliendoli ad altri reparti già in sofferenza (medicina, gastroenterologia, cardiologia, ecc.). È un piano teorico – denuncia Corcioni – di cui non vedremo mai neanche la nascita. Il problema oggi è l’ordinario: se 100 persone vanno in pensione e non ci sono nuovi assunti, l’ospedale si paralizza. Fino a dicembre siamo a rischio emergenza, però le sale operatorie devono lavorare, non basta fare le visite ambulatoriali se poi non si può intervenire con la chirurgia. Il Covid non c’entra, l’attività chirurgica è ferma perché manca personale”.

Mit/Adnkronos

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