Adesso bisogna rimboccarsi le maniche, mettere in campo idee e, ove è possibile, trovare soluzione immediate ai (tanti) problemi della Calabria. Certo, il pericolo (?) Coronavirus distoglie e “cattura” tutta l’attenzione, ma adesso è tempo di mettere mano nella cassetta dei ferri e cominciare a “muovere” qualcosa. La neo presidente è chiamata a chiudere in fretta il capitolo giunta e provare a scrivere la prima pagina del capitolo “nuovo governo”. I cittadini calabresi, come si evince dal dato emerso il 26 gennaio scorso, hanno fiducia in lei, si fidano della Santelli, e si aspettano di vederla all’opera. L’ex Sottosegretaria alla Giustizia, conosce bene come funziona la politica, ed anche per questo che la prima mossa che ha fatto è stata quella di nominare i due assessori esterni, lontani da qualsivoglia appartenenza partitica. E’ un segnale, un input che ha voluto lanciare ai partiti, quasi a dire loro che l’idea di governo che ha in mente è tecnico e di respiro meritocratico. E che, pertanto, le scelte che ogni singola forza farà dovranno essere in linea con questa impostazione. Sarà, forse, per questo che la Santelli tarda a disegnare la sua squadra? Può darsi.
il punto
E’ cominciata l’era della presidente Santelli che sarà, ha detto la neo governatrice della regione, improntata sul “buon governo”. Non intende buttare a mare quanto di buono fatto dal suo predecessore Oliverio, da ” ripartire da ciò che ha funzionato”. Santelli ha chiesto il “contributo di tutti” perché “c’è tanto lavoro da fare”, niente perdite di tempo o trastullamenti, ha chiarito di essere una “che non guarda mai l’orologio” e che “pretende molto”. La prima uscita ufficiale l’ha fatta alla Camera dei Deputati, tempio della politica nazionale, che conosce molto bene. Il luogo più “illuminato” per cominciare a disegnare la sua idea di Calabria, lontano dalle beghe di periferia, palcoscenico ideale per piazzare il primo colpo: il capitano Ultimo alla guida dell’assessorato all’Ambiente. Effetto mediatico garantito, ma anche la certificazione di ciò che sarà il suo governo. Nei prossimi giorni metterà altri tasselli e, forse, nella prossima settimana, la squadra sarà completata, tempo al tempo. Santelli, giusto perché tutti sappiano cosa intende fare, ha annunciato che tre giorni a settimana li trascorrerà a Roma. E’ dalla capitale che vuole iniziare a mutare la narrazione della Calabria, immagina un cambio d’immagine che è al tempo stesso “urgente e necessario” per pensare al futuro della regione.
Comincia la battaglia elettorale, adesso che candidati alla presidenza e liste a sostegno sono già definite, si passa ai programmi. Già, le idee da mettere dentro alla proposta, perché è questo che interessa ai cittadini, oltre le bandiere e le appartenenze. Vedremo, a partire da oggi, cosa avranno da proporci i candidati alla presidenza, quali saranno i rimedi che hanno in mente per risolvere gli annosi problemi di cui soffre la Calabria. Atteso che la Regione, da tempo ormai, vive in continuo stato di emergenza. Tutti o quasi gli indicatori restituiscono l’immagine di una terra che non riesce a decollare, pur avendo enormi potenzialità. Ecco, la vera sfida è proprio l’assunzione di responsabilità, dimostrando alla gente di Calabria di avere le idee chiare. Vedremo cosa accadrà e quali saranno i tempi più gettonati per la corsa alla poltrona più ambita.
Che cosa sta succedendo tra il Pd ed Oliverio? Ebbene, niente. Nel senso che, rispetto alle frizioni fatte registrare nei giorni scorsi non e’ accaduto nulla: il partito e’ sempre piu’ intenzionato a non fare un passo indietro, il presidente neanche. Come se ne esce? Al momento ognuno prosegue lungo la propria strada.Il Pd per spingere ancora più in là l’uscente, commissione all’ SWG un sondaggio dal quale emerge che l’86% dei calabresi non ha fiducia in lui. Schermaglie, lotte intestine, c’è tutto questo ed anche di pèiù nel braccio di ferro. Intanto il Pd e’ certo che prima o poi convincera’ i 5 stelle a siglare questo accordo elettorale, come? Approfittando dello stato di confusione che regna all’interno del movimento, acuito anche dalla brutta figura rimediata nell’elezione di Lamezia. Tant’è che c’è chi sostiene la necessità di non partecipare affatto allae elezioni, a meno che il Pd non recuperi un nome spendibile che possa piacere ai pentastellati. A dire il vero Graziano un nome ce l’avrebbe, ed è quello dell’imprenditore Florindo Rubbettino. Ma al momento non c’è nulla di certo, siamo cioè nel campo dei desiderata. Se però dovesse concretizzarsi questa ipotesi che farà Oliverio? Proporrà ugualmente la sua candidatura, mantenendo fede all’impegno assunto con i segretari dei circoli qualche giorno fa a Lamezia? Lo scopriremo solo vivendo….Nel centrodestra dopo l’endorsement di Maurizio Gasparri, Mario Occhiuto è convinto che sarà lui il candidato. Tant’è che dopo l’infuocato consiglio comunale che ha approvato la sua dichiarazione di dissesto, ha detto di non aver mai preteso la candidatura alla Regione, semmai sono state le persone riunite in comitati che mi hanno chiesto di candidarmi perchè vogliono lo stesso cambiamento che hanno visto a Cosenza. Corsa in solitario invece per Tansi e Nucera, l’ex capo della Protezione civile è molto attivo in tutta la Regione, si segnalano numerose iniziative nel corso delle quali racconta ai cittadini ciò che ha in mente per la Calabria che verrà. Anche Nucera non è da meno, visto che sta seguendo un fitto calendario di appuntamenti. E’ giusto ricordare che si voterà il 26 di gennaio, almeno così ha detto Oliverio, ma ad oggi se non del tutto fermo, quasi. Insomma i calabresi vivranno il clou della campagna elettorale probabilmente tra una fetta di panettone e un “Tu scendi dalle Stelle” intonato dai bene auguranti zampognari…..
Quando si voterà in Calabria? Boh! Il presidente della Regione, al quale spetta indicare la data, non si è ancora pronunciato. E’ probabile che anche questo passaggio rientri nel quadro della strategia elaborata da Oliverio per “dettare” tempi e modi per la costruzione di una nuova possibile alleanza, magari anche oltre il Pd. Il partito di Zingaretti che, da un po’ di tempo a questa parte, pare abbia già pianificato un piano alternativo alla ricandidatura del presidente uscente. Nulla, al momento, è pronto, si procede a tentoni e a colpi di dichiarazioni, piu’ o meno, pesanti. Basta rileggere cosa si sono detti Graziano e Oliverio negli ultimi due giorni per capire il clima che si respira all’interno del partito. Il governatore punta a celebrare le primarie nonostante la minaccia del commissario “ chi partecipa è fuori”, perchè è convinto di avere i numeri per “imporre” la sua ricandidatura. E così, mentre a Roma si lavora per una possibile intesa con i Cinquestelle, in Calabria, Oliverio mantiene la barra dritta e si muove nel solco del già visto e sperimentato. Insomma, la partita è tutta aperta e non si escludono sorprese nei prossimi giorni. Nel centrodestra sono ore decisive per la scelta del candidato, Occhiuto è in prima fila, e attende solo che da Roma giunga il via libera definitivo. Questo per quanto riguarda le due coalizioni, ma nell’agone calabrese si muove anche altro e, segnatamente, le proposte di candidature non legate a partiti politici. E’ il caso di Carlo Tansi e di Giuseppe Nucera che ha già messo in campo il suo movimento “ La Calabria che Vogliamo”.
E’ scattata la stagione estiva che vuol dire vacanze e, quindi, turismo. In Calabria le aspettative, giustamente, sono alte, perché il turismo vuol dire denaro e, Dio solo sa che nella regione più malmessa d’Italia, serve come il pane. Ebbene, ma l’offerta del pacchetto Calabria è appetibile? Beh, sul piano delle bellezze naturali non vi è nulla da invidiare a nessuno, ma su quello dell’organizzazione, diciamo la verità, la strada è ancora lunga. Questa terra paga i ritardi accumulati negli anni, il pressapochismo imperante e la sottovalutazione del comparto. Le responsabilità? Di tutti e di nessuno in particolare, di certa politica un po’ pasticciona e non all’altezza del compito. Tanti milioni di euro spesi, per esempio, ma in alcune zone il mare presenta un aspetto poco incoraggiante. Il sistema della depurazione lascia a desiderare, molti comuni non dedicano o non hanno dedicato la necessaria attenzione al problema. Tuttavia, però, nonostante tutto, le presenze nello scorso anno sono state incoraggianti, ma non solo perché la Calabria è bella, ma anche perché i luoghi direttamente in competizione con la regione che “chiude” lo stivale sono attraversate da fibrillazioni che ne hanno sconsigliato i viaggi vacanza. Vedremo cosa accadrà nella stagione che è appena iniziata, saranno confermati i numeri dello scorso anno?
Evaporati i veleni della competizione elettorale, adesso e’ tempo di pensare al futuro che per chi ha vinto si chiama governo e per chi ha perso, ripartenza. da Rende a Gioia Tauro, passando per Montalto e Corigliano Rossano. Il dato elettorale e’ chiaro e lineare, al netto delle analisi intrise di dietrologia, e restituisce l’istantanea di un elettorale in cerca di nuovi stimoli e nuovi progetti. E’ fin troppo evidente che il dato piu’ interessante, del tutto inatteso alla vigilia, nonostante gli immancabili “ io lo sapevo” assai improbabili, si e’ registrato nella neonata città unica. La terza della Calabria per numero di abitanti. Qui ha vinto Flavio Stasi, giovanissimo esponente politico, già presente nell’agone rossanese, che ha messo insieme i desiderata di cambiamento dei cittadini e una netta, visibile, linea di demarcazione tra la sua proposta politica e le organizzazioni partitiche. Stasi ha puntato sul civismo, anche se qualche esponente politico ha garantito l’appoggio, ma non vi e’ nulla di certificato, il pieno di voti e’ figlio di un insieme di cose che stanno dentro un nuovo orizzonte possibile. questo risultato peserà, eccome, in ottica regionale, perché ha cambiato la geografia e la leadership. a Corigliano e Rossano, dicono che il Pd abbia perso un’occasione, può darsi. A Rende Principe ha provato a rimettere insieme l’offerta riformista, ma non ha trovato compagni di viaggio animati dalla stessa voglia di proporre un progetto politico vincente. Manna ha incassato il consenso in maniera chiara e netta che, adesso, obbliga il primo cittadino a guardare oltre, se vuole recitare un ruolo di primo piano in un contesto politico che mostra evidenti segni di cambiamento. poco da aggiungere su Montalto, Caracciolo ha blindato la sua rielezione in virtù di un primo turno dai numeri pesanti. Anche qui bisognerà capire bene se il progetto assumerà una connotazione squisitamente partitica oppure no. La vittoria di Alessio a Gioia Tauro e’ una buona notizia perchè restituisce alla città una forte immagine di credibilità e non e’ poco vista la centralità della città della Piana.
Il dopo voto in Calabria è così: senza spiegazioni. Non ci sono analisi che possano restituire il significato vero di quanto è accaduto. La Lega ha vinto, vero, verissimo, pur non avendo organizzazione e strutture capaci di spingere il partito. E’ passato il messaggio “tranquillizzante” di Matteo Salvini, l’idea dell’uomo forte che “risolve i problemi”, che libera dalle “paure” e restituisce “sicurezza” ai cittadini. Chi ha votato Lega in Calabria, non è un leghista, ma un cittadino che spera in una nuova opportunità, in una nuova occasione. Il difficile, però, viene adesso per il partito che disprezzava i “terroni”, perché dovrà dimostrare che oltre la “corazza” del leader c’è altro, che cosa? Beh, un progetto politico che coinvolga anche la regione più malmessa del paese, vituperata e abbandonata a fasi alterne. Il prossimo passo, per Salvini, quindi, sarà determinante per il passaggio dal consenso di “pancia” e consenso “strutturato”. Il rischio, è evidente, e che l’attenzione possa venir meno, come già accaduto ( anche se i numeri tengono) per il movimento Cinquestelle, che in Calabria è rimasto “prigioniero” delle rivendicazioni, della rabbia e del malcontento. Per essere credibili agli occhi della gente, nella politica 2.0, occorrono i fatti e, ad onor del vero, ad oggi se ne contano assai poco per la Calabria. Che dire, poi, del Pd? Che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, il partito continua a “trascinarsi”. Bene Zingaretti a cui va dato atto di aver trasmesso un po’ di serenità ( si fa per dire) è riuscito a trasmetterla, ma ci vuol ben altro per accendere la passione. Ecco, ciò che manca al Pd in Calabria è proprio la passione, magari da anteporre agli interessi di parte e/o di componente. Anche Forza Italia non se la passa bene, pur avendo ottenuto, da queste parti, il miglior risultato. E’ un merito, e allo stesso tempo, un limite: il merito va ascritto alla volontà dei dirigenti “ costretti” a remare controcorrente, il limite è che il partito nel paese vive di troppe contraddizioni, e di troppe lotte intestine. Insomma, il dopo Berlusconi è iniziato, ma senza che all’orizzonte vi sia un successore degno di questo nome.
Ultimi giorni di propaganda elettorale, ultime occasioni per “chiudere” accordi e rinsaldare patti. E’ vero che gran parte del lavoro i candidati lo hanno già fatto, ma…La politica è, come si dice, una brutta bestia, e riserva sempre sorprese. E, molto spesso, le fortune elettorali si decidono anche nelle ultime ore, quelle, cioè, che precedono l’apertura dei seggi. Quando cala il “silenzio” elettorale, e vanno in scena gli ultimi appelli al voto dei candidati, che prendono corpo nuove opportunità, si consumano alleanze, si disegnano scenari impensabili. E’ il bello, o se preferite, il lato meno nobile della competizione elettorale, ma di certo il più concreto, redditizio, sia in termini di consensi che di ambizioni. E’ accaduto tante volte, accadrà anche questa volta: a Rende come a Vibo, passando per Corigliano- Rossano, per Montalto, e Mendicino. E’ l’imponderabile, l’imprevisto, l’impensabile, che sfugge ad ogni pronostico, e spiazza anche il più esperto conoscitore di dinamiche elettorali. I “giochi” dell’ultima ora, in realtà, rappresentano l’essenza vera delle amministrative, specie quando in campo c’è un gran numero di aspiranti al ruolo di primo attore della politica. E’ molto difficile, insomma, accorgersi da che parte soffia il vento nell’attimo in cui sta per chiudersi la partita. E’ roba che appartiene al cuore della politica ed è ad appannaggio solo di pochi “addetti ai lavori”.
Sembrava tutto fatto per il decreto sanità, una cosa da nulla, dopo la firma del presidente Mattarella. La ministra si è spesa molto sui social per salutare il nuovo corso “finalmente i calabresi avranno la sanità che si meritano”. Giù, applausi e consensi, testimonianze di gratitudine e altra roba da piazza virtuale. Tutto secondo previsioni o quasi, almeno fino a quando Lega e Cinquestelle non hanno cominciato a guardarsi in cagnesco. Si dice, ma sono i malpensanti, che gli amici di Salvini abbiano deciso di bloccare il decreto per ripicca nei confronti degli alleati. Un tentativo (l’ennesimo?) posto in essere dalla compagine dei verdi per arrivare allo scontro. E’ questa la verità? Boh. Può darsi che sia così, ma è difficile che ciò avvenga prima del 26 maggio (elezioni europee). In attesa di sapere come andrà a finire, la sanità calabrese “viaggia” lungo direttrici virtuali, proietta diatribe già viste ( Governo e Regione), e propone problemi di ordinaria quotidianità. Intanto, il commissario Cotticelli invia alla ministra l’elenco dei possibili nuovi manager (tutti provenienti da altre regioni) ai quali affidare il compito della benedetta rivoluzione: immaginata, auspicata, ma di difficile attuazione, visto l’aria che tira…
Non c’è da stare allegri. La Calabria sembra essere l’unica regione del Paese a non far registrare passi in avanti. Qui, il tempo sembra essersi fermato. I problemi sono sempre gli stessi, e nonostante le promesse dei governi che si sono succeduti, non è accaduto nulla di significativo. La politica continua ad essere immobile, avvinghiata alle vecchie pratiche e prigioniera dei vecchi vizi.Le idee e i progetti che hanno animato il dibattito politico nella stagione della campagna elettorale, sono finiti nel dimenticatoio. Lo scatto in avanti promesso è rimasto confinato tra le pagine dei “faremo”, così come la speranza dei calabresi di vedere la luce in fondo al tunnel delle emergenze. Sotto il sole c’è poco o nulla e, quel poco che c’è, non trova occasioni per palesarsi, talmente è piccolo e insignificante. Sui grandi temi,poi, solo una montagna inutile di chiacchiere in libertà, se è vero, come traspare dalle cicliche indagini delle società di ricerca, che questa terra è un insieme di occasioni mancate e di aspettative deluse. Insomma, mentre altrove la ripresa economica è, ormai, una certezza, in Calabria resta una pia illusione.
Attilio Sabato
Come si traduce l’impatto del decreto sulla sanità calabrese? Presto detto: commissari a casa e proteste della politica calabrese. Fin qui, tutto “normale” più o meno. Ciò che, invece, non è normale, è il fatto che per i calabresi cambierà poco o nulla, nel senso che l’entrata a gamba tesa del governo non garantisce il miglioramento dei servizi offerti ai cittadini. Il decreto, infatti, è tutto incentrato sulla burocrazia ( aspetto importante), ma non tiene conto delle urgenze lamentate dalla gente. In pratica, è una questione di bandiera più che di progetto, di uomini più che di obiettivi. Finita una stagione ne inizia un’altra, senza che vi sia la benché minima idea di come migliorare la qualità dei servizi offerti. Niente è garantito: continueranno a mancare i medici negli ospedali, le liste d’attesa non saranno debellate, e i malati continueranno a rimpinguare le casse delle strutture sanitarie fuori regione. La sanità è l’emblema del fallimento dei governi che si sono succeduti alla guida della regione, delle gestioni commissariali e di noi cittadini che, in tutti questi anni, non abbiamo mai trovato il “tempo” per dire basta!
Ma si vota per l’Europa? Beh, pare di sì, sembra, però, che siano in pochi a saperlo, vale a dire solo colori i quali hanno familiarità con la politica. Un guaio, perché il futuro del nostro Paese si decide a Bruxelles più che a Roma. Il problema della mancata attenzione, forse, è dovuta al fatto che Il dibattito che “agita” l’agone calabrese è monopolizzato da due appuntamenti ritenuti decisivi per la Calabria: le elezioni amministrative e le regionali. Il primo vicinissimo, il secondo è distante nel tempo. E’ come se l’Europa fosse una “cosa” lontana o, almeno, percepita come tale, e solo ad appannaggio delle forze politiche. Un errore non valutare le proposte in campo, ed è ancora ancora peggio attribuire con leggerezza il consenso, magari immaginando che tanto “ non conta nulla”.
Nulla di nuovo sotto il sole. La Calabria “mantiene” il record per disoccupazione giovanile, un must per la nostra regione. Del resto non poteva essere altrimenti, visto che in questi ultimi anni non si è fatto nulla (o quasi) per contrastare il fenomeno. I rappresentanti più accorsati dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese, hanno, in più occasioni, avuto parole dolci nei confronti di questa terra, assumendo l’impegno di favorirne ” un pronto riscatto”. Ebbene, nonostante le promesse fatte, e i solenni impegni assunti ( in occasioni di competizioni elettorali), di “cose” concrete non se ne sono viste. La situazione è pesante e con il passare del tempo peggiora sempre più. L’orizzonte, insomma, non è roseo e non può esserlo, visto che latitano idee e progetti. E’ triste constatare come i nostri ragazzi, sempre più numerosi, siano costretti al “viaggio della speranza” in cerca di fortuna.