Calabria pioniera del benessere psicologico: cosa aspettarsi dal progetto “Discutiamone a scuola”

Noemi Cautiero

In una società, moderna come la nostra, che vuole stare al passo coi tempi, la figura dello psicologo rimane un tabù, uno stigma. Soprattutto al Sud. Una constatazione che rende ancor più forte l’orgoglio di una Calabria pioniera, prima in Italia a portare supporto psicologico all’interno delle scuole.

“La mente umana, come qualsiasi altro organo, ha bisogno di cure”. Parole semplici, quelle del Presidente Roberto Occhiuto, che però descrivono il fenomeno complesso, e purtroppo ancora poco diffuso, dell’approccio alla psicologia. Pregiudizi di tipo culturale? Scarsa divulgazione sull’argomento? Problemi che spesso vengono sottovalutati o, peggio, non riconosciuti? Eppure l’autolesionismo è un fatto. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) lo sono. Il bullismo, l’ansia sociale, la depressione, sono fatti reali, concreti. Ne è consapevole chi ogni giorno fatica ad affrontare la vita, i semplici gesti quotidiani, il mondo intorno a sé, la società.  Parlano chiaro i dati: in Italia, tra il 2021 e il 2023, si è registrato un aumento del 75 per cento dei casi di tentato suicidio tra giovani e giovanissimi. Dati allarmanti, che dovrebbero riportare l’attenzione sui nostri giovani. Lo sa bene la Regione Calabria. Per questo ha deciso, con il progetto “Discutiamone a scuola”, di promuovere la salute mentale di ragazzi e ragazze, investendo – a partire da settembre – 9 milioni di fondi europei suddivisi in tre anni, con l’assunzione di 43 psicologi che interverranno in tutte le istituzioni scolastiche di primo e secondo grado.

Un progetto che rappresenta sicuramente una svolta, un punto di partenza verso la consapevolezza e sensibilizzazione del benessere psicologico.

Possiamo affermare che sarà anche la soluzione che porrà fine a questo disagio? Non possiamo esserne certi. Di fatto, sono molti i fattori da prendere in considerazione. Le istituzioni, in primis, giocano un ruolo fondamentale. Non soltanto la scuola, ma anche la famiglia. E ancora, il contesto sociale in cui si vive, le condizioni economiche, gli eventi traumatici, le regole dettate da una società sempre più veloce e pretenziosa.

E allora, come affrontare tutto questo? Qual è realmente il contributo di uno psicologo che si trova faccia a faccia con un individuo e tutte le sue sfaccettature? La risposta non è univoca, e non è semplice. Ma la psicoterapia – così come la figura dello psicologo appunto – rappresenta un’opportunità per conoscere il proprio mondo interiore, e affrontare con maggiore consapevolezza quello esterno. Con la speranza – come rimarcato da Occhiuto – che la Calabria possa essere fonte d’ispirazione per le altre regioni d’Italia.

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