Cosenza: chiusura reparto prevenzione crimine, sindacati di polizia “Intervenga la politica”

Redazione

“Il Capo della Polizia Vittorio Pisani, durante l’ultima visita presso la Questura di Cosenza, in un incontro con le sigle sindacali di categoria della provincia, ha paventato una riorganizzazione dei Reparti Prevenzione Crimine. Secondo Siulp, Sap, Siap, Coisp, Fsp Polizia, Silp-Cgil togliere il RPCCS dalla sede attuale rappresenterebbe un grosso vantaggio per la criminalità organizzata, che proprio negli ultimi periodi sta alzando il tiro, inoltre, abbasserebbe di molto la percezione della sicurezza da parte dei cittadini i quali necessitano di una presenza significativa dello stato sul territorio”, scrivono in una nota le sigle sindacali.

I sindacati di Polizia si appellano alla politica: “Si intervenga subito affinché venga scongiurata la chiusura di un importantissimo presidio di Polizia a tutela dei cittadini di questa martoriata provincia“. E ricordano che “Il Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale di Cosenza viene istituito a Rende (Cosenza) l’8 marzo del 2008 con il compito specifico di controllare il territorio con la finalità di prevenzione e contrasto alla criminalità diffusa, come affermò, tempo fa, il capo della Direzione Centrale Anticrimine intervenuto durante l’inaugurazione. Il Vice Ministro dell’Interno di allora dichiarò che ‘un modello di sicurezza Regionale non poteva prescindere dall’avere un punto di riferimento nel Nord della Calabria quindi nella provincia di Cosenza’. L’ufficio collocato in posizione strategica a pochi passi dalla sede autostradale di Cosenza Nord e dal Campus Universitario tra i più grandi in Europa – continua la nota – è di proprietà dell’Anas senza alcun canone di locazione. Conta circa 42 operatori altamente specializzati che rappresentano una vera e propria “Task Force” di intervento rapido della Polizia di Stato. Le pattuglie operano per la maggior parte nella provincia di Cosenza che si sviluppa su una superfice di 6650 KMq, pari al 44,1 % della superfice calabrese e comprende circa 155 comuni. Inoltre le UOA (Unità operative automontate) lavorano con iterazione nella provincia di Crotone e per esigenze particolari anche fuori dalla regione. Il territorio cosentino occupa i primi posti nei reati di mafia (nelle ultime settimane sono in aumento episodi che destano preoccupazione e forte allarme sociale) atti di violenza, intimidazioni alle imprese, amministratori, professionisti, furti in Aziende e in abitazioni private. Atti delittuosi gravissimi che danneggiano fortemente il territorio. Le pattuglie del RPCCS, ben equipaggiate, e coordinate dagli Uffici di competenza sul posto, continuano, senza sosta, ad effettuare controlli predisposti nell’ambito del Piano di azione nazionale e transnazionale “Focus ‘ndrangheta”, piano che prevede l’impiego delle pattuglie dell’R.P.C. nelle zone più depresse della regione, altrimenti non raggiungibili dalle strutture periferiche. Decine di persone arrestate, molti veicoli e persone controllate, ingenti sequestri di stupefacenti e armi, sono alcuni dei risultati statistici prodotti dal Gennaio 2023 ad oggi dal RPC Cosenza”.

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