Di Tillo (SIULM): attendiamo segnali chiari sulla Caserma di Cetraro

Gianluca Pasqua

 

 

“Fare sindacato significa occuparsi a volte anche di problemi scomodi o di faccende poco chiare come nel caso della vicenda che riguarda la caserma dei carabinieri di Cetraro – scrive Amedeo Di Tillo Segretario SIULM Calabria – Uno stabile nuovo,  costruito appositamente per essere adibito a una moderna e funzionale caserma di carabinieri e che doveva avere lo scopo di sostituire la vecchia sede dove attualmente sono ancora ubicati i militari. Ma nonostante la struttura sia in regola con tutte le autorizzazioni, è in possesso di tutti i requisiti ed ha superato tutte le prove e gli standard richiesti, ormai da molti anni non si riesce a venire a capo di una situazione grottesca e dai contorni poco chiari.

Personalmente ho avuto modo di svolgere servizio nell’Arma proprio sul territorio di Cetraro e ho potuto rendermi conto di quanto sia difficile operare su quel territorio per difendere quotidianamente la legalità e il senso dello Stato.

È davvero paradossale che non si riesca a risolvere una vicenda che potrebbe aiutare i militari nello svolgimento del proprio dovere migliorando le condizioni di vita e dando anche un segnale a tutto il territorio di una forte presenza dello Stato.

Sarebbe un modo per far sentire le istituzioni più vicine ai cittadini. E sarebbe anche un modo per dare un segnale concreto di vicinanza ai militari che vi prestano servizio, soprattutto a coloro che hanno famiglia dal momento che la nuova caserma è dotata di alloggi per il personale e le loro famiglie”.

Su vicende come queste ci saremmo aspettati la vicinanza e l’adesione convinta delle altre organizzazioni sindacali invece dobbiamo constatare come alcune di loro abbiano preferito le passerelle e gli incontri mondani invece di prendere posizione su un tema scomodo e controverso come questo.

Ora ci aspettiamo dai vertici dell’Arma un segnale chiaro e inequivocabile. Questo è il momento della chiarezza. Occorre che tutti dicano da che parte stanno e se vogliono che un presidio di legalità e di giustizia venga finalmente reso operativo a beneficio non solo delle donne e degli uomini dell’Arma ma di tutto un territorio che faticosamente sta cercando di riprendersi e di tornare protagonista delle scelte che riguardano il proprio futuro.

 

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