Rapporto Invalsi 2023: Calabria regione con percentuale più alta di dispersione scolastica

Redazione

Non lascia adito a dubbi il Rapporto Nazionale Invalsi 2023, presentato oggi alla Camera Roma. La Calabria è il fanalino di coda d’Italia. I dati, infatti, mostrano che il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra in Calabria (-5%). Seguita da Puglia (-2,9%), Sardegna (-2,8%) e Sicilia (-2,4%).

Le differenze a livello territoriale rimangono elevate: Campania (19%), Sardegna (15,9%), Sicilia (13,6%), Calabria (13%) e Basilicata (10,6%). Quest’anno è arrivato a fare la maturità il 72% dei ragazzi che nel 2018 avevano sostenuto la prova di terza media (553mila)

“In Sicilia, Campania e Calabria vi è un divario rispetto al Nord di 5 punti percentuali in italiano, di 10 punti percentuali in matematica e di 4-5 punti percentuali in inglese. La matematica è fondamentale, è un indicatore di crescita sociale, la lingua inglese è la chiave per accedere all’internazionalità e uno studente che non ha adeguate competenze in questa disciplina è fortemente penalizzato rispetto agli altri compagni – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valdirata, durante la presentazione del dossier. “Già nella scuola primaria, sorge questo divario, con una preoccupante carenza di competenze in matematica e inglese – due competenze fondamentali per lo sviluppo individuale e collettivo. Questa tendenza si amplifica nella scuola secondaria, dove il Sud soffre di un’alta percentuale di assenze.

Cosa fare per invertire la rotta? “È evidente che dobbiamo pensare ad un intervento mirato specificamente sul Mezzogiorno – ha commentato Valditara. Dobbiamo partire individuando le scuole più a rischio, l’Invalsi ha sottoposto un elenco di scuole – 240, di cui 120 saranno elementari, 60 medie e 60 superiori – dove sono stati individuati alcuni criteri, assenze, fragilità nei risultati, avviando già da settembre interventi con investimenti economici importanti”.

La soluzione proposta dal ministro Valditara, quindi, si concentra su interventi mirati, individuando le scuole più a rischio e puntando a riforme ambiziose. Questi cambiamenti includono l’estensione della figura del docente tutor, l’introduzione di metodologie didattiche innovative e laboratoriali, una maggiore apertura della scuola al territorio, formazione speciale per i docenti e l’incremento delle attività extracurriculari.

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