Campo Calabro: sequestro di beni per 1 mln di euro

Redazione

Un milione di euro: a tanto ammonta il valore del sequestro di beni, eseguito oggi dal comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, su delega della locale Procura della Repubblica diretta da Giovanni Bombardieri, (provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria) nei confronti di una società di ortofrutta con sede a Campo Calabro (RC) e dei suoi soci/amministratori. Quest’ultimi sono indagati per reati tributari, fallimentari e autoriciclaggio. Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Villa San Giovanni, si sono concentrate sul fallimento di una società, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, dichiarato con sentenza dal Tribunale reggino nell’anno 2019. I controlli eseguiti hanno consentito di rilevare una serie di anomalie poste in essere indagati, prima della dichiarazione di fallimento. Nello specifico, sono state segnalate l’assenza di scritture contabili dal 2010, tale da non consentire la ricostruzione della situazione economico finanziaria della società, considerando che l’ultimo bilancio presentato si riferiva all’anno di imposta 2010; la costituzione di una seconda società in continuità aziendale con quella fallita, con la stessa compagine sociale ed organo ammnistrativo, sede legale ed operativa nello stesso luogo, identico settore operativo e medesimi fornitori, il tutto in concomitanza con la conclusione di una verifica fiscale avviata dalla Guardia di Finanza nei confronti della fallita, che aveva accertato in capo a quest’ultima l’omesso versamento delle imposte sui redditi, dell’IVA e dell’IRAP. Riscontata poi l’esistenza di plurimi bonifici eseguiti dalla fallita in favore della società neo costituita, per il pagamento di forniture di merce risultate mai effettuate. Dalle indagini sarebbe emerso che la costituzione  della nuova società sia avvenuta con l’intento di permettere alla stessa di incamerare il patrimonio attivo di quella fallita, attraverso operazioni di fornitura di merci esclusivamente fittizie e cartolari, per evitare eventuali azioni esecutive da parte dell’Erario e degli ulteriori creditori. Condotta – quest’ultima – idonea a integrare il reato di bancarotta fraudolenta. Tali operazioni avrebbero permesso, inoltre, alla società neo costituita di reimpiegare i capitali sottratti alle pretese dei creditori nell’attività svolta nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli.

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