La DIA “fotografa” la ‘ndrangheta

Gianluca Pasqua

Fedeltà alle origini, strutturazione su basi familiari,  flessibilità ed intuito affaristico finanziario… Potrebbe essere la descrizione dei punti di forza di una qualsiasi grande azienda è invece la fotografia della ‘ndrangheta scattata dalla DIA nella relazione relativa al secondo semestre 2021. Di conseguenza se la criminalità organizzata calabrese conferma la propria leadership nella pratica delle estorsioni e dell’usura appare anche sempre maggiormente inserita nel narcotraffico.

Il report della direzione distrettuale antimafia racconta di una ‘ndrangheta silente ma più che mai pervicace nella sua vocazione affaristico imprenditoriale, che sa approfittare del contesto socio-economico segnato dagli effetti della pandemia da Covid-19 orientando gli investimenti verso ambiti economici in forte sofferenza finanziaria. Persiste il modello collaudato che vede la criminalità organizzata calabrese proporsi ad imprenditori in crisi di liquidità offrendo forme di sostegno finanziarie parallele al duplice scopo di riciclare le proprie risorse economiche di provenienza illecita e di impadronirsi di ampie fette di mercato inquinando l’economia legale.

Capitolo PNRR, la Dia invita a tener conto della capacità delle consorterie criminali calabresi di intercettare le forme di sostentamento pubblico. Prime fra tutte le risorse da impiegarsi nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. La minaccia in tal senso è rappresentata dall’abilità dei sodalizi calabresi di avvicinare e infiltrare quell’area area grigia che annovera al suo interno professionisti compiacenti e pubblici dipendenti infedeli, capacità che ha reso possibile anche una forte infiltrazione negli enti locali. Significativo il numero di scioglimenti di consigli comunali per ingerenze ‘ndranghetiste anche in aree lontane dalla Calabria.

Infatti anche al di fuori dei territori di origine la ‘ndrangheta esprime la sua rilevante capacità imprenditoriale grazie anche alle risorse ingenti provenienti dal narcotraffico. I sodalizi calabresi si pongono quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni sudamericane garantendo una sempre più solida affidabilità.

C’è però un elemento di disturbo al potere mafioso che sembra in grado di creare sempre più problemi alle cosche, è il numero sempre crescente di ‘ndranghetisti che decidono di collaborare con la giustizia.

 

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