Crotone, la visita del Ministro Piantedosi in Calabria

Redazione

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è a Crotone e sta partecipando alla manifestazione nazionale di chiusura del Pon Legalità sul tema “Costruiamo legalità. Risultati, sfide e contributi per il futuro”, ospitata nell’auditorium dell’istituto ‘Pertini-Santoni’ della città calabrese. Il ministro, che non ha inteso rilasciare dichiarazioni, nel pomeriggio presenzierà nella Prefettura di Crotone, ad una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Franca Ferraro.

È molto affezionato a questo Pon legalità, ha rimarcato il Ministro Piantedosi: “Ebbi modo di gestirlo in una precedente esperienza ministeriale. Qui oggi si chiude il ciclo del Pon legalità, ed è stato molto importante farlo a Crotone. È stata una esperienza molto importante che ha visto in Calabria e anche a Crotone alcune realizzazioni importanti, alcune ancora non terminate, ma nella logica di fare interventi che inducano al recupero sia culturale che di legalità e sicurezza, partendo dalla società civile e quindi dalla capacità della pubblica amministrazione di lavorare meglio“.

Riguardo ai migranti e alla strage di Cutro, ha dichiarato: “Lo Stato non si gira assolutamente dall’altra parte farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica tragica sciagura accaduta a febbraio”.

Le dichiarazioni del sindaco di Crotone Vincenzo Voce

Cita Paolo Borsellino, il sindaco Voce: “La gente fa ancora il tifo per noi? E se così non è cosa dobbiamo fare affinché la gente faccia il tifo per noi, cioè creda nello Stato, nelle sue istituzioni? Ci sono le leggi, è vero. Ma le leggi richiedono un rapporto fiduciario che deve stabilirsi tra chi le promulga, chi le fa applicare e chi le rispetta. Le leggi stabiliscono diritti e doveri. Le leggi debbono assicurare speranza alle persone. Tra i diritti, forse quello più importante e che sicuramente può essere uno dei fondamenti per costruire una società basata sulla legalità è ‘il diritto alla speranza. La speranza deve tramutarsi in certezza: la certezza di poter avere una adeguata istruzione, di ricevere una adeguata assistenza sanitaria e sociale, di ricevere accoglienza, di avere un futuro. Bambini, donne, giovani, anziani che vivono o accedono nel nostro paese debbono guardare alla legge come qualcosa che è pensata e fatta per loro. La legge è uguale perché non crea disparità, non crea divisioni. Il sud paga un ritardo atavico che l’autonomia differenziata non aiuta certo a colmare. Ed è in questa disparità che la criminalità estende i suoi tentacoli. Questa è una terra difficile ma che è fortemente motivata, attraverso la sua gente, a scrollarsi di dosso l’etichetta di ultima della classe. La ndrangheta esiste ma è fortemente presente anche lo Stato. Attraverso le sue derivazioni ma anche attraverso la scuola e, naturalmente, i cittadini. Le tante persone perbene che vivono su questo territorio. E sono la maggioranza. Questa terra risponde, non si gira dall’altra parte. Questa terra, questa città ha più volte saputo affermare la sua volontà di perseguire i principi fondamentali di legalità. Ha saputo affermare la sua straordinaria capacità di umanità e di accoglienza dopo i tragici fatti di Steccato di Cutro. È proprio su questi sentimenti che facciamo leva per guardare al futuro con speranza“.

Citando “Il giorno della Calabria” di Leonida Repaci Voce ha poi aggiunto: “Dio ha dato la bellezza a questo territorio e il diavolo tutti i mali ed i bisogni ma nel concludere il suo scritto, Repaci fa affermare a Dio che ‘la notte che contiene già l’albore del giorno’. E siamo certi che il giorno è vicino“.

Il presidente Roberto Occhiuto contro gli stereotipi

“Lo Stato deve recuperare interesse in questa parte di Italia facendo il suo dovere attraverso sue articolazioni per costruire opportunità che sono il presupposto della legalità. Esprimo la riconoscenza della Regione al ministro per l’attenzione ai problemi della Calabria. Io governo una regione complicata. Ogni giorno combattiamo contro stereotipi costruiti dalla ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta fa schifo, ma non deve diventare alibi per gli incapaci e a chi dice che la Calabria non si può governare. Questa parte della Calabria ha bisogno di più opportunità e paga il prezzo dell’isolamento purtroppo consolidato. Affermare la presenza dello Stato significa affermare la forza contro criminalità, ma anche nella infrastrutturazione“.

Riguardo al programma per la legalità, il Governatore ha sostenuto che “per la Calabria testimonia l’impegno congiunto da parte dello Stato, dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia e del Ministero dell’Interno e anche della società calabrese. Sono la dimostrazione che lo Stato è presente, prende immobili costruiti dalle cosche e li utilizza per fini sociali. Quando sono abusivi li demolisce come avverrà da qui a qualche settimana a Torre Melissa. Questo significa che lo Stato c’è. Il governo nazionale e lo Stato devono dimostrare la loro presenza non soltanto nell’attività di repressione, che pure è necessaria, ma con la presenza nelle attività per esempio di infrastrutturazione affinché il degrado, la povertà, la marginalità non costituiscono ostacoli di sviluppo“.

La presidente Anci Calabria, Rosaria Succurro

“La legalità si costruisce anzitutto nella scuola e con la scuola, puntando sul sistema educativo e sulle alleanze istituzionali. La sfida contro la ’ndrangheta e il pensiero mafioso è anzitutto culturale. È una battaglia che continuiamo a sostenere senza paura partendo dall’istruzione pubblica, anche grazie all’evidente attenzione dello Stato, confermata dalla presenza a Crotone del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ringrazio tanto a nome di tutti i sindaci calabresi. Sicurezza e inclusione sociale – precisa Succurro – sono le basi del futuro, del riscatto dei nostri territori e dell’intero Mezzogiorno. Le istituzioni devono convergere sempre di più affinché i nostri giovani restino in Calabria e, con i loro talenti e le loro idee, contribuiscano ad alimentarne l’economia sana, a liberare la regione dalla mentalità della paura, del sospetto e delle intimidazioni, dai pericoli e dagli stereotipi legati alla criminalità organizzata. È indispensabile che le amministrazioni locali siano sempre accompagnate e sostenute dallo Stato, in cui confidiamo, certi di ascolto e considerazione”.

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