Villette abusive su demanio marittimo, 61 sequestri a Caminia e 67 indagati

Red02

I carabinieri e la Guardia costiera stanno procedendo al sequestro, su disposizione del gip, di 61 villette costruite, secondo l’accusa, sul demanio marittimo a Caminia di Stalettì, nota località turistica del Catanzarese. Le villette sorgono a ridosso dell’arenile. Ai proprietari, indagati dalla Procura di Catanzaro per il reato di occupazione del demanio marittimo, è stato notificato un ordinanza di sgombero alla quale devono adempiere entro 90 giorni. All’operazione stanno prendendo parte i carabinieri della sezione di Pg Procura, quelli della Compagnia di Soverato e del Comando provinciale e la Guardia Costiera. Sono 67 gli indagati dell’operazione denominaa “Sea View”.

Pm: “Un ecomostro diffuso”

“Un ecomostro diffuso che, nonostante sollecitazioni giudiziarie extrapenali e penali meno invasive, continua ad ergersi sul demanio deturpando il paesaggio, impedendo l’uso pubblico dell’area, rivendicando, quasi arrogantemente, il diritto all’impunità”. Lo scrivono i pm della Procura di Catanzaro nella richiesta di sequestro delle villette a Caminia di Stalettì a cui sono stati apposti i sigilli. La richiesta è firmata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dall’aggiunto Giancarlo Novelli e dal sostituto Graziella Viscomi ed è stata accolta dal gip Giulio De Gregorio. La vicenda delle villette estive della Catanzaro bene realizzate a Caminia si trascina da anni nonostante, scrivono i pm, si tratti di un terreno “incontestabilmente pubblico” situato tra la spiaggia e la ferrovia.

Le indagini hanno evidenziato come sia un privato che il Comune di Stalettì avevano “consapevolezza della titolarità dell’area in capo al demanio marittimo” pur sostenendo la tesi di una sorta di sdemanializzazione tacita per effetto del non uso da parte dell’amministrazione Statale. Anche il Tar si è pronunciato sulla vicenda in maniera favorevole allo sgombero e per i pm “”non vi è alcun dubbio sull’appartenenza pubblicistica dell’area. Il titolo, infatti, è conteso unicamente fra lo Stato ed il Comune, mentre i privali non vi hanno mai acquisito diritti reali”. “La lettura del provvedimento – scrivono i magistrati – dimostra una volta di più la consapevolezza dell’abuso da parte degli occupanti che non hanno (e sanno di non averli) né il contratto di compravendita col Comune (che questi giammai avrebbe potuto stipulare poiché non è proprietario), men che meno posseggono un titolo edilizio che li legittimasse a fare scempio del territorio e sottrazione all’uso collettivo mediante la realizzazione dei bungalow oggetto della richiesta di sequestro”.

In base all’ordinanza del gip, da stamani i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro, guidati dal colonnello Giuseppe Carubia, della sezione di polizia giudiziaria della Procura, guidata dal maggiore Gerardo Lardieri, e gli uomini della Guardia costiera di Soverato, coordinati dal tenente di Vascello Augusto Cipollone, stanno sequestrando le 71 villette.

L’area interessata di circa 5.700 mq

L’area interessata dall’occupazione degli immobili è collocata in una fascia di terra compresa tra la spiaggia e la sede della linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria, per una estensione complessiva di circa 5.700 mq. Un’area che in passato era stata di proprietà del Comune di Stalettì, ma che nel 1876 era divenuta proprietà demaniale a seguito di un provvedimento di esproprio da parte dell’allora Società delle Strade Ferrate per il Mediterraneo, che aveva acquisito tutta quella fascia a ridosso del mare necessaria per la realizzazione dell’attuale linea ferroviaria. A partire soprattutto dalla fine degli anni ’60, quella superficie demaniale, complice la particolare bellezza del luogo e la sua vocazione turistica, è stata interessata dalla costruzione di 61 manufatti abitativi destinate soprattutto a seconde case per la villeggiatura estiva.

REAZIONI

Parentela (M5S) plaude agli inquirenti: “Lavoriamo insieme per tutelare le bellezze della regione”

“Plaudo al lavoro dei magistrati e carabinieri di Catanzaro che ha permesso di sequestrare 71 immobili abusivi a Caminia di Stalettì”. Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Paolo Parentela, che aggiunge: “Lo Stato è presente e dimostra ogni giorno di tutelare le bellezze e ricchezze della nostra natura, nello specifico il nostro mare e le nostre meravigliose coste. Parliamo, con riferimento all’operazione in argomento, di un’area che appartiene alla comunità e che non poteva essere in alcun modo aggredita e deturpata, addirittura, come emerge dalle indagini, con una sorta di pretesa di impunità da parte di soggetti coinvolti nell’inchiesta. Come Movimento 5 Stelle stiamo facendo costantemente la nostra parte per salvaguardare e valorizzare il bene pubblico e il bene comune, sia con interrogazioni che con proposte di legge che mirano a preservare i tesori della nostra terra e il suo patrimonio di natura e cultura dalla violenza cieca del capitalismo e dell’abusivismo. La Procura – conclude Parentela – accerta i fatti e chiede la punizione dei colpevoli. Da eletti del Movimento 5 Stelle, invece, noi spingiamo verso un modello radicalmente diverso di sviluppo, che parta dalle risorse e dalla vocazione del territorio. Quando la risolutezza e il coraggio della magistratura e delle forze dell’ordine si incontrano con la tenacia e l’onestà della politica, può rinascere, nella nostra regione, una speranza di cambiamento concreto”.

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