cotticelli
Covid-19: anche i vescovi manifestano preoccupazione per la situazione sanitaria calabrese
Il presidente della Conferenza episcopale in Calabria esprime forte preoccupazione per la Regione “Tutti i vescovi calabresi sono sconfortati e profondamente turbati dall’evoluzione circa le vicende sanitarie e la tutela del diritto alla salute in Calabria. Siamo stati dichiarati zona rossa, ma ciò che è venuto fuori sono soltanto l’incompetenza e l’inadeguatezza del sistema sanitario regionale a causa di un mancato senso di responsabilità che, la seconda ondata pandemica del Covid-19, ha inequivocabilmente palesato”
Sanità: Molinaro della Lega “Zuccatelli non ha i titoli per essere il nuovo Commissario”
“Zuccatelli non ha i titoli per fare il Commissario. Esiste un decreto legislativo del 4 agosto 2016 n.171, che ha istituito l’Elenco nazionale idonei all’incarico di direttore generale Enti del Servizio sanitario nazionale. In questa distinta, non compare il nome di Zuccatelli, proprio perchè il dottore, manca di quei titoli necessari a garantire la professionalità e competenza che servono, per poter gestire un’ azienda sanitaria.” si sfoga il consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro “Nel curriculum di Zuccatelli c’è un’impronta pura di uomo politico non eletto e non idoneo a dirigere la Sanità in una qualsiasi regione italiana. Basta con questa drammatica situazione calabrese che sta portando allo sfascio l’intera regione. Pretendo che in Calabria vengano applicate le norme dello Stato e non quelle di casa Speranza, collega di partito del dott. Zuccatelli”
Sanità in Calabria: la Bernini denuncia “Accanimento diabolico del governo Conte”
La presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, afferma “Basta con questo accanimento diabolico! Dopo il fallimento di Cotticelli, viene nominato Zuccatelli come nuovo commissario alla sanità calabrese, ennesimo esponente di quella lottizzazione politica della maggioranza che ci governa. Gli errori andrebbero ammessi, bisognerebbe fare ammenda e non ripeterli, costringendo così un’intera regione ad un lockdown rigido, solo per colpa delle scelte sciagurate dei due governi Conte”
Cotticelli: Dovevo farlo io il piano Covid? Non lo sapevo, ora mi cacciano
Impreparato, impacciato e al limite della decenza. Appare così il Commissario ad acta della Sanità della Calabria, Saverio Cotticelli, ieri sera nel corso della trasmissione “Titolo Quinto” in onda su Rai3: “Il piano Covid dovevo farlo io? Non lo sapevo”.
Il commissario calabrese ammette di non essere a conoscenza delle disposizioni del Governo e alla domanda del giornalista:” Lei a giugno si accorge che non c’è il piano covid?” Il commissario, dichiara: “Faccio un quesito al ministero per sapere chi deve fare il programma operativo covid” e rivolgendosi a “Maria”,sub commissario, scopre che il piano “dovevo farlo io”. Nel documento poi legge: “Nelle regioni sottoposte a piano di rientro e commissariate compete esclusivamente alla struttura commissariale” .
Scopre così, sotto gli occhi di un giornalista tanto irato quanto sconvolto, che è se due milioni di calabresi si ritrovano ancora senza un piano covid, è merito suo.
“Sono io”, ammette. Imbarazzato,giustamente, dichiara di essere sul punto di realizzarlo: “La settimana prossima è pronto”.
Ma per aggiungere vergogna alla vergogna Cotticelli non è neppure a conoscenza del numero dei posti letto attualmente attivi nelle terapie intensive regionali sostenendo in un primo momento, di averne addirittura raddoppiato il numero: “Prima dell’emergenza sanitaria ne risultavano 107.” “Sta dicendo che i posti in terapia intensiva oggi sono 214?”, domanda incredulo il giornalista: “Ne abbiamo 150 già attivati ma siamo pronti ad implementare, adesso non mi ricordo esattamente il numero”, risponde il commissario.
Rientra in scena Maria Crocco, sub commissario: “Quanti posti letto di terapia intensiva abbiamo attivato, Marì?”, chiede Cotticelli, e lei ribatte: “Non ne hai attivati, sono quelli che hai previsto nel piano”.
E come se fossimo in una grande romanzo giallo, entra un’altro personaggio: l’usciere che sostiene che i posti letto attualmente attivati sono 55, per un totale di 161. “La fonte di questa informazione chi è?”, domanda il giornalista attonito:”No, io faccio un altro mestiere, faccio l’usciere”, ci tiene a chiarire chi aveva inizialmente fornito l’indicazione sul numero dei posti letto attivati.
“Si rende conto che è una cosa grave?” chiede ancora il giornalista di Rai 3 e lui ormai alle strette non nasconde la gravità delle sue affermazioni: “Domani mattina sarò cacciato da qui”.
Mozione di Guccione e Graziano su convenzione tra Cotticelli e Invitalia in materia di investimenti

Two Femal Scientists Working Together
Sulla convenzione sottoscritta tra il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario nella Regione Calabria ed Invitalia in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie, i consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Carlo Guccione.
Premesso che
- Il commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario nella Regione Calabria e Invitalia hanno sottoscritto un accordo in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie;
- La facoltà di ricorrere a tale strumento è prevista dal DL 35/2019 (Decreto Calabria) sull’emergenza sanitaria;
- Il predetto decreto ha scadenza il 31 ottobre 2020 (fra sei mesi);
Considerato che:
- Le precedenti convenzioni per investimenti in edilizia sanitaria come quella con Infrastrutture lombarde non hanno prodotto i risultati sperati rispetto alle risorse della Regione Calabria investite, aggravando ancora di più il debito sanitario;
- La convenzione in oggetto decade nel momento in cui non sarà più in vigore il Decreto Calabria;
- Invitalia nella Convenzione summenzionata si avvale di gruppi di lavoro con consulenti esterni per svolgere le funzioni di committenza e progettazione e viene delegata ad acquisire le professionalità necessarie;
- Nella Convenzione si allega un lungo elenco di interventi di cui buona parte non sono ancora finanziati ma, solo programmati;
- La convezione, invece, non considera opere già appaltate quali i tre nuovi ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia) e il Pronto soccorso di Crotone che a quanto pare si ritiene non abbiano bisogno di alcuna committenza;
- All’interno della suddetta convenzione è previsto l’impiego di numerose figure professionali esterne, palesandosi il rischio che la Regione, una volta decaduta la convenzione, debba assorbire giocoforza questa forza lavoro;
- La Calabria ha la disponibilità di risorse considerevoli in materia di edilizia sanitaria, oltre ad avere ancora in fase di approvazione un nuovo accordo di programma quadro con il Governo centrale.
- Si prefigura un pericoloso sperpero di risorse pubbliche a danno dei cittadini calabresi e, quindi, di un servizio sanitario già di per sé in profonda fase di emergenza.
IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE:
- Ad attivarsi, per quanto sopra considerato, presso il Presidente del Consiglio, il Governo e il Ministro della Salute affinché si provveda all’immediata revoca della Convenzione sottoscritta tra il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo nel settore sanitario nella Regione Calabria ed Invitalia in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie.

La neo eletta presidente della Regione Calabria Jole Santelli durante la conferenza stampa per presentare la nomina del Capitano Ultimo ad assessore con delega alla Tutela dellÕAmbiente nella giunta della Regione Calabria, Camera dei Deputati, Roma, 18 febbraio 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
“Voglio tranquillizzare il segretario generale Cgil Calabria, Angelo Sposato, circa il metodo tramite cui viene gestita in queste settimane l’emergenza sanitaria in Calabria. Tutte le decisioni vengono assunte in accordo con il Commissario Cotticelli. Nessuno ha intenzione di esautorare nessuno, anzi. L’intento di tutti è lavorare in squadra”. Lo afferma, in una nota, Jole Santelli, presidente della Regione. “Credo piuttosto – prosegue Santelli – sarebbe opportuno informarsi rispetto al piano che stiamo attuando, con non pochi sforzi da parte di tutti: non solo è previsto l’utilizzo del padiglione del Policlinico universitario di Germaneto, ma da qualche giorno si sta lavorando per rendere pienamente operativo anche il secondo padiglione. I lavori dovrebbero essere ultimati già domani”.
“Soprattutto in una fase emergenziale come quella che, attualmente, sta attraversando il nostro Paese, il Governo deve attrezzarsi, in ogni maniera possibile, per dotare di maggiori risorse economiche e professionali la nostra regione nel comparto sanitario. Non può rimanere nel vuoto, quindi, l’urlo dei tanti uomini e delle tante donne risultati idonei ai concorsi per varie figure professionali nel settore della Sanità che chiedono maggiori assunzioni rispetto a quelle fissate dal piano operativo stilato dal commissario Saverio Cotticelli”. Lo afferma il sindaco metropolitano di Reggio, Giuseppe Falcomatà “recependo i timori di quanti sono rimasti fuori dalle griglie per selezionare infermieri, oss o biologi e, per questo motivo – riporta una nota – chiede alla neo governatrice Jole Santelli di ‘attivarsi in maniera pressante e decisa presso gli uffici romani di competenza affinché si possa consegnare un quadro quanto più incisivo e rassicurante sia per il futuro lavorativo dei numerosi partecipanti al concorso sia per la popolazione che ha il sacrosanto di diritto di avere le stesse opportunità di assistenza e cura in Calabria come in Lombardia”. “Per questo motivo, il sindaco metropolitano Falcomatà – è detto nella nota – così come già fatto dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, chiede un incontro urgente al commissario Cotticelli per ridiscutere un Piano operativo di comparto che rischia di “non soddisfare le aspettative, i bisogni e le necessità della popolazione. Per quanto ci riguarda saremo al fianco degli idonei e, come loro, chiediamo lo scorrimento prioritario delle graduatorie e l’aumento del budget per le assunzioni. Situazioni straordinarie impongono soluzioni altrettanto straordinarie”. “Ecco perché – sostiene Falcomatà – serve uno sforzo da parte di tutti, ognuno per il proprio raggio d’azione. Sforzo che deve necessariamente includere il generale Saverio Cotticelli, al quale chiediamo di rivedere un programma operativo elaborato con un’offerta insufficiente rispetto alla domanda di attenzione richiesta e giustamente pretesa dai calabresi. Non può che preoccupare la risoluzione del rapporto con i 50 infermieri precari. Come si ricorderà, soltanto una proroga del loro contratto, scaduto lo scorso dicembre, aveva evitato la paralisi del nosocomio. Adesso la paura è di rimanere con corsie e reparti pericolosamente sguarniti. Insomma, ci si attivi in ogni maniera lecita, efficace e costruttiva affinché possano essere scongiurate condizioni di inadeguatezza capaci di mettere a rischio l’incolumità e la salute dei cittadini”.(ANSA).

Blood sample with respiratory coronavirus positive
Nuova richiesta per un “incontro urgente sull’emergenza coronavirus e sul rischio che essa rappresenta per i lavoratori del settore pubblico e privato, diffidando i destinatari a convocare al più presto il tavolo” è stata avanzata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo. I tre sindacalisti – informa una nota – hanno inviato la richiesta “con diffida” al Commissario alla Sanità, Saverio Cotticelli, al presidente della Giunta Regionale Jole Santelli e, per conoscenza, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della salute Roberto Speranza, “al fine di individuare immediatamente le misure per la salute e sicurezza dei lavoratori dei settori pubblici e privati, a partire dalle strutture sanitarie e regionali”. “Si comunica che, in caso di un Vostro reiterato mancato riscontro – si legge nella nota – Cgil, Cisl e Uil Calabria chiederanno l’incontro in via sussidiaria al Governo centrale e adiranno le sedi competenti per denunciare la Vostra condotta antisindacale”. In relazione alla richiesta inviata, inoltre, Sposato, Russo e Biondo affermano: “Siamo ben consapevoli del fatto che la problematica dell’emergenza coronavirus e, più in generale, della Sanità calabrese, va affrontata nel quadro più ampio delle difficoltà dell’economia regionale, che necessitano di interventi straordinari e mirati, crediamo pertanto che l’incontro richiesto possa costituire anche l’occasione per avviare con la presidente della Giunta regionale, Santelli, un confronto più ampio che metta specificamente a tema sia il lavoro precario e quello da creare, sia gli investimenti e la realizzazione di infrastrutture attese da tempo”.

Saverio Citticelli
“Alla Calabria non servono commissariamenti part-time per arrotondare pensioni o vitalizi, serve gente che ha a cuore il destino ed il futuro dei calabresi. Cotticelli è completamente inadeguato per tale missione, riteniamo vada superato, il diritto alla salute é una cosa seria, ed è bene che il Ministero della salute si faccia carico direttamente della gestione irreversibile della sanità calabrese”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, i segretari generali Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil). “Leggiamo dalla stampa – proseguono Sposato, Russo e Biondo – che il Commissario ad acta, Saverio Cotticelli, lo stesso che aveva concordato e garantito a Cgil Cisl Uil ed alle categorie nazionali e regionali, davanti al Ministro della salute Roberto Speranza a Roma, di voler istituire un confronto presso la Prefettura di Catanzaro per il nuovo piano operativo, lo sblocco delle assunzioni, le internalizzazioni del precariato, ha approvato in solitaria, il nuovo piano operativo. Inoltre continua a disattendere gli impegni con la delegazione trattante. Il tutto mentre in Calabria sta collassando il sistema sanitario pubblico, chiudono reparti per carenza di medici e infermieri, generando una guerra dei poveri tra strutture ospedaliere e territori, i 118 sono a rischio, ed ancora non vi è uno straccio di incontro sull’emergenza sanitaria coronavirus”. “Chiederemo al Ministro Speranza – sostengono i tre segretari generali calabresi di Cgil, Cisl e Uil – la convocazione di un nuovo incontro per la situazione emergenziale della Calabria, atteso che ad oggi, siamo in attesa di un confronto con il presidente Jole Santelli, alla quale rinnoviamo la richiesta per un incontro, teso a garantire la prevenzione e le misure da adottare per la salute delle lavoratrici e lavoratori sull’emergenza coronavirus, che allo stato, in Calabria, non presenta focolai in essere, ma se dovesse accadere, non sarebbe nelle condizioni di affrontare l’emergenza”.
“Il ‘caso’ dei Servizi di continuità assistenziale (ex guardie mediche) soppressi con molta superficialità e incoscienza dai commissari dell’Asp è molto grave perché dimostra l’approssimazione e l’inadeguatezza di chi è stato chiamato a governare la sanità pubblica in Calabria”. Lo sostiene, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Tallini. “Due le conseguenze – aggiunge – che i commissari dell’Asp non si sono posti. La prima è che la soppressione di 35 servizi su 60 porterebbe ad una insopportabile pressione dell’utenza sugli ospedali e, nel nostro caso, sul ‘Pugliese’ di Catanzaro e sul ‘Giovanni Paolo II’ di Lamezia Terme, già insufficienti nella situazione attuale. Tutti coloro che oggi si rivolgono alle ex guardie mediche si rovescerebbero in massa al pronto soccorso dei due grandi ospedali, creando una situazione insostenibile. E’ evidente che là dove le ex guardie mediche vengono abolite bisognerebbe creare strutture di base territoriali in grado di fare filtro ed evitare un ricorso in massa agli ospedali”. “La seconda conseguenza – dice ancora Tallini – è lo sconvolgimento degli equilibri e dei parametri sul territorio calabrese, con Asp che cancellano o quasi il servizio, come quella di Catanzaro, e altre che invece lo mantengono. Il sistema sanitario regionale è unico e una discriminazione del genere non sarebbe tollerabile. Il criterio deve essere unico per tutto il territorio calabrese. Mi sto chiedendo, inoltre, se l’insensata decisione dei commissari dell’Asp non configuri anche il reato penale di interruzione di un ufficio o servizio pubblico o servizio di pubblica necessità. Proprio la natura del servizio, che dovrebbe assicurare continuità, viene duramente colpita dalla delibera dei commissari dell’Asp. La quasi totalità delle popolazioni delle aree interne verrebbero private del diritto alla continuità assistenziale nei giorni festivi e nelle ore notturne. Tutto ciò non può avvenire con un colpo di spugna irresponsabile. É un aspetto che andrebbe approfondito e, nel caso, occorrerebbe promuovere un’azione penale nei confronti del responsabili”. “Si svegli il commissario Cotticelli – conclude il consigliere regionale – e utilizzi i suoi poteri per risolvere una grana che rischia di avere gravi ripercussioni sui cittadini della provincia di Catanzaro”.
Con una nota stampa il Dott. Sollazzo Simone, dirigente medico e con incarico di responsabile area medica Confial presso l’ASP di Cosenza, approfondisce i temi in merito alla questione sanità in Calabria: “È da qualche anno che sono tornato a vivere in Calabria e attualmente presto servizio come dirigente medico e con incarico di responsabile area medica Confial presso l’ASP di Cosenza, precedentemente ho lavorato presso alcuni ospedali della regione Marche che, a differenza nostra, può vantare un servizio sanitario all’avanguardia e a cui ogni anno si rivolgono migliaia di persone del sud, con una migrazione sanitaria che raggiunge picchi altissimi. Sapete come sono giunti a tale traguardo? Hanno “semplicemente” seguito le linee guida del Decreto Ministeriale n.70 del 2015, ove per contenere la spesa sanitaria vengono fornite indicazioni riguardanti la riorganizzazione della rete ospedaliera in base al bacino di utenza, prediligendo la presenza di un numero ridotto di ospedali ma di elevata qualità, piuttosto che piccole strutture sanitarie disseminate sul territorio che però non hanno i requisiti minimi. Per dare seguito a questa razionalizzazione delle risorse c’è stato un impegno serio e concreto della Regione e della Dirigenza Sanitaria: hanno dovuto chiudere o riconvertire diverse strutture, hanno affrontato manifestazioni e scioperi delle comunità che si vedevano chiudere l’ospedale sotto casa e hanno dovuto spiegare perchè l’organizzazione sanitaria precedente non era più sostenibile. Così ora, dopo il trambusto della tempesta, si godono la quiete di una sanità sicura, di qualità e vicina alle esigenze cittadino.In Calabria invece, ed in particolare nella provincia di Cosenza nella quale risiedo, non sono ancora riuscito a capire qual è e se c’è un progetto di riorganizzazione o se per il Ministero della salute la nostra rete ospedaliera attuale va bene così com’è. Non capisco perchè nonostante la presenza dello Stato, con un commissariamento della sanità che dura da 10 anni, si continuano a ignorare le linee guida ministeriali. Non capisco perchè, in una regione in Piano di Rientro dal disavanzo sanitario, in cui la razionalizzazione delle risorse dovrebbe essere una priorità, abbiamo i due spoke, quello dell’area jonica e quello dell’area tirrenica, divisi in due strutture fisicamente separate tra loro: Corigliano-Rossano e Cetraro-Paola, con storiche contese per l’accaparramento dei reparti. È mia opinione che tale anomala suddivisione su 4 presidi anzichè 2, non solo determina una frammentazione delle risorse disponibili ai danni di altre strutture come lo spoke di Castrovillari e altri presidi periferici, ma ha rappresentato nel tempo un ostacolo alla nostra crescita professionale, con crescente sfiducia degli utenti e un sovraccarico funzionale dell’Hub di Cosenza. E allora senza giri di parole, cosa bisogna fare?Chiudere o riconvertire la struttura di Corigliano arroccata nel centro storico e potenziare Rossano a pochi chilometri. Chiudere Paola, (sita in un’area ad altissimo rischio idrogeologico R4 e per questo sprovvista di una piattaforma di elisoccorso e con unica via di ingresso) e accentrare su Cetraro. Ribadisco che è più sicuro fare qualche chilometro in più e ricoverarsi in un ospedale più grande e attrezzato piuttosto che nell’ospedale sotto casa in cui non sono rispettati i criteri di qualità. Una ulteriore anomalia è rappresentata (vedi delibera n.1305 del 2015 del Commissario straordinario Filippelli) dalle “12 Case di cura accreditate concentrate esclusivamente sull’area Cosenza-Tirreno, che unitamente alla organizzazione ospedaliera presente, determina una disomogeneità dell’offerta sanitaria sul territorio aziendale, in quanto su 2.317 posti letto assegnati alla provincia di Cosenza, 1771 sono allocati nell’area Cosenza-tirreno e soltanto 546 in tutta l’area Jonio-Pollino, pur contando quasi 300 mila abitanti”. Emblema di questa situazione di criticità è la presenza nell’ospedale di Praia a mare di una macchina di Risonanza Magnetica da 1,5 T, accesa e funzionante da anni, ma che ancora non è servita ad anima viva. Questo monito ad un impegno e un confronto serio e immediato è indirizzato ai vari Ministeri (Salute, Economia, del Mezzogiorno), al Commissario della Sanità Cotticelli, alla dirigenza Asp Cosenza e della Regione calabria, ai Sindaci e ai politici locali: non siamo più disposti come cittadini e come lavoratori a sopportare ulteriormente questo immobilismo disarmante e ad essere privati del nostro sacrosanto diritto alla salute”.