Armi murate a Vibo, servivano per agguato

Gianluca Pasqua

Le armi rinvenute nell’ottobre 2019 e il 6 febbraio scorso, sigillate all’interno di alcune pareti, erano pronte per essere utilizzate per l’esecuzione dell’omicidio di Rosario Pugliese, attualmente latitante ed appartenente alla ‘ndrina Cassarola contrapposta alla Pardea-Rainisi di Vibo Valentia… Una guerra tra cosche che stava per innescarsi e sventata
dall’operazione dei carabinieri di Vibo Valentia che all’alba hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 persone.
Si tratta di Francesco Antonio Pardea, Marco Ferraro, Filippo Di Miceli, già arrestati nell’operazione Rinascita Scott e tutti appartenenti alla locale di Vibo Valentia. Coinvolta anche la moglie di Di Miceli, finita ai domiciliari.
Le indagini hanno fatto luce sui due ingenti ritrovamenti di armi effettuati dai militari del Comando Provinciale di Vibo Valentia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria che avevano scoperto un arsenale murato composto da fucili automatici, pistole, munizioni e giubbetti anti-proiettili.
Le investigazioni hanno consentito di accertare che le armi ritrovate costituivano l’arsenale della ‘ndrina Pardea-Rainisi
Le acquisizioni investigative hanno avvalorato e risultanze dell’operazione “Rinascita Scott” confermando il collegamento della locale di Vibo Valentia con il crimine di Polsi. In particolare l’incontro monitorato tra gli esponenti di vertice della Locale di Vibo Valentia, Bartolomeo Arena, Domenico Camillò e Antonio Chiarella con Domenico Oppedisano (don Mico), soggetto tratto in arresto a seguito dell’operazione “Crimine” e ritenuto il vertice indiscusso della ‘ndrangheta.

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