I giovani e il Covid: uno studio paventa un futuro di stress per i nostri ragazzi

Redazione

I giovani e il Covid: un’accoppiata disastrosa, a quanto pare. Sì, perché sarebbero proprio i più giovani a registrare, alla distanza, le problematiche maggiori in relazione alla pandemia. Lo rivela uno studio dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr che indica la presenza, nei giovani che si sono ammalati, di nuovi e precoci biomarcatori, predittivi di una vera e propria sindrome post Covid. La ricerca, pubblicata su Diagnostics, apre nuovi campi di indagine nell’ambito degli effetti biologici e psicologici a lungo termine. Da questo studio si evincerebbe come, in molti guariti dal Covid-19, permanga una condizione di malessere definita long-Covid, caratterizzata da astenia, affaticamento, respirazione difficoltosa e anche perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, ansia e depressione. Uno stato di ‘brain fog’, ovvero cervello annebbiato.

Un recente studio ha portato all’individuazione di biomarcatori precoci del long-Covid-19 negli adolescenti. La ricerca è stata condotta presso il Policlinico Umberto I dell’Università La Sapienza di Roma su un gruppo di giovani che avevano contratto l’infezione durante la seconda ondata della pandemia, tra settembre e ottobre 2020, ma che erano negativi al momento del prelievo. E’ stato riscontrato che i livelli di alcuni marcatori erano molto diversi tra gli adolescenti che avevano contratto l’infezione rispetto a quelli non contagiati. La ricerca ipotizza che questo rifletta un effetto diretto del virus oppure effetti psico-sociali conseguenti all’isolamento e alle modifiche della routine quotidiana riscontrate durante i periodi di quarantena.

In sostanza, dal rilevamento di alcuni marcatori sarebbe possibile sapere in anticipo chi e come possa sviluppare sintomi da long-Covid. Gli studi continuano. Ma noi ci domandiamo: quali effetti potrebbe dunque avere, tra qualche anno, il contagio da Covid nei nostri ragazzi? Quali su una bimba, per esempio, come quella di soli dieci mesi che la polizia ha dovuto scortare fino a Roma, visto che non c’erano, tra l’altro, posti disponibili negli ospedali calabresi? Quale sarà il futuro di un’intera generazione di giovani che nasce e cresce ai tempi della pandemia, un futuro segnato da uno stress che potrebbe condizionare la loro intera esistenza, il loro impegno nel lavoro e nella vita sociale?

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