‘Ndrangheta: affari illeciti con prodotti petroliferi, altri sequestri

Red

Tre società operanti nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, ma anche disponibilità finanziarie e beni mobili ed immobili, per un valore complessivo stimato in circa 15 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza su disposizione del Gip del Tribunale di Reggio Calabria. E’ la Procura antimafia di Reggio che, da tempo, sta seguendo un’operazione denominata “Petrolmafie”. Oggi l’epilogo delle indagini che hanno messo in luce l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel commercio, su ampia scala, degli idrocarburi. L’attività investigativa, che ha interessato, oltre alla Calabria, anche Piemonte, Lombardia, Emilia, Lazio, Campania e Puglia, ha permesso di scoprire l’esistenza di una struttura organizzata, attiva nel commercio di prodotti petroliferi, specializzata nell’evasione delle imposte, sotto la direzione di un commercialista campano e con la compiacenza di diversi esercenti commerciali di tutta Italia. Dell’affare facevano parte anche cosche della ‘ndrangheta e altre organizzazioni mafiose siciliane e campane, attraverso una vera e propria joint venture criminale. L’operazione aveva già portato, nell’aprile scorso, ad un provvedimento cautelare per 23 persone e a sequestri per centinaia di milioni di euro. Era stato scoperto come i prodotti petroliferi acquistati, evadendo le imposte, venivano ceduti a prezzi concorrenziali, attraverso un giro di false fatturazioni per un ammontare complessivo di oltre 600 milioni di euro, IVA dovuta per oltre 130 milioni e l’omesso versamento di accise per 31 milioni di euro. I proventi illeciti poi venivano riciclati su conti correnti esteri riconducibili a società bulgare, romene, croate ed ungheresi.

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