‘Ndrangheta: le mani sui lavori della rete ferroviaria, arresti e sequestri

Red

 I Nuclei di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e Varese hanno eseguito 15 arresti (11 in carcere e 4 ai domiciliari) in un’inchiesta su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nei subappalti per i lavori sulla rete ferroviaria, in cui Rfi è parte offesa. Nell’ordinanza cautelare è contestata l’associazione per delinquere finalizzata a reati tributari e bancarotta e ad alcuni arrestati l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, perché con un sistema di incassi “in nero” società riconducibili ai clan, attive tra il Varesotto e Isola Capo Rizzuto, avrebbero sostenuto affiliati detenuti e le loro famiglie.

Sono stati sequestrati anche oltre 6,5 milioni di euro per reati tributari. Stando alle indagini, numerose imprese intestate a prestanome e riconducibili alla cosca della ‘ndrangheta dei Nicoscia-Arena di Isola di Capo Rizzuto avrebbero ottenuto in subappalto lavori che Rete Ferroviaria Italiana appaltava a grandi imprese del settore, come Generale Costruzioni Ferroviarie del Gruppo Rossi.

I rapporti tra le società che si aggiudicavano gli appalti e quelle riferibili alle cosche, che prendevano i subappalti, venivano “schermati”, secondo l’accusa, attraverso contratti di fornitura di manodopera specializzata, il cosiddetto “distacco di personale” previsto dalla Legge Biagi. E ciò per eludere la normativa antimafia e le limitazioni in materia di subappalto
previste per le imprese aggiudicatarie di commesse pubbliche. I lavori di manutenzione della rete ferroviaria finiti al centro delle indagini, condotte dal Gico (Gruppo investigazione criminalità organizzata), riguardano diverse regioni e in prevalenza Lombardia, Veneto, Abruzzo, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.

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