Viveva qui, sulle scalinate del cinema Italia, in piazza Amendola. All’ingresso del centro storico di Cosenza. Stamattina alcuni passanti lo hanno trovato riverso a terra. Hanno subito chiamato i Carabinieri e i vigili urbani. Che hanno allertato i sanitari del 118. Ma era già troppo tardi. L’uomo era morto.
I primi esami sul corpo hanno chiarito che il decesso è avvenuto per cause naturali. Gli inquirenti non hanno trovato alcun segno di violenza. Sarebbe dunque morto per le sue già precarie condizioni di salute, aggravate dall’abuso di alcool. Lui era un romeno. Aveva 55 anni. E in zona lo conoscevano tutti. Viveva qui, tra queste poche cose: materassi, cartoni, qualche vestito rimediato da qualcuno. E qualche bottiglia. La spia di un disagio esistenziale legato alla solitudine, all’abbandono. Bere per non pensare.
Era stato diverse volte ospitato da alcune associazioni assistenziali cittadine ed era stato anche ricoverato in ospedale. Poi era tornato alla sua vita. Sempre che il vivere in mezzo a tutto questo si possa chiamare “vita”. Di lui restano qui alcuni oggetti personali, nell’area recintata dai Carabinieri. Di lui resterà il ricordo. Per qualche giorno, magari qualche settimana. Forse la notizia della sua morte neanche arriverà ai suoi parenti, ammesso che ne avesse. Ma cosa resterà davvero di lui, oltre a questi rifiuti, è difficile dirlo. Forse davvero niente.