Truffa all’INPS, scoperto un “falso cieco” a Crotone

Red

La Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal GIP presso il Tribunale di Crotone su richiesta della locale Procura della Repubblica, riguardante beni mobili e denaro per circa 60.000 euro quale presunto profitto di una truffa ai danni dell’INPS, commessa da un trentunenne veronese attualmente residente a Crotone.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo di una indagine svolta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sul giovane, dopo che questi aveva preso parte ad una rissa avvenuta nei pressi del pronto soccorso di Crotone, nonostante risultasse percettore di pensione di invalidità per cecità totale.

Grazie all’analisi dei filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza è stato possibile verificare come durante le concitate fasi della colluttazione l’indagato infliggesse e schivasse colpi.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire tutto l’iter istruttorio che lo ha portato ad avere il riconoscimento dell’invalidità per cecità assoluta, con i conseguenti benefici assistenziali, che, secondo la ricostruzione degli investigatori, non sarebbero mai dovuti essere erogati.

E’ stato appurato come il giovane, dopo aver ricevuto il parziale diniego dall’INPS di Parma, dove in quel periodo era residente, che gli aveva concesso la pensione di invalidità ma non l’indennità di accompagnamento, aveva presentato una nuova richiesta, questa volta presso l’INPS di Crotone, alla quale, per superare l’ostacolo della competenza territoriale, dichiarava falsamente di essere residente nella città pitagorica.

Con tale espediente il falso cieco era riuscito a farsi riconoscere, oltre alla pensione di invalidità civile per cecità totale, anche la relativa indennità di accompagnamento, incamerando, dal 2018 e fino ai primi mesi del 2021, benefici economici per circa 60.000 euro.

Appare singolare l’evento eccezionale della fulminea ripresa della vista che l’indagato, di propria iniziativa, a fine 2020 ha comunicato all’Ente previdenziale per l’aggiornamento della sua posizione clinica.

La gravità degli indizi raccolti ha indotto il Pubblico Ministero a contestare all’indagato l’ipotesi di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e a richiedere al GIP il sequestro, anche nella forma per “equivalente”, di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie per l’esatto ammontare delle somme illecitamente percepite.

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