Covid, Gimbe: “Anche in Calabria casi tornati ad aumentare”

Red02

Gli effetti delle misure restrittive adottate il 3 novembre scorso si stanno esaurendo, e in 6 regioni, Basilicata, Calabria, Lombardia, Marche, Sardegna e Val d’Aosta, si assiste ad un’inversione di tendenza nell’aumento dei casi. Lo sottolinea la Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio della settimana tra il 16 e 22 dicembre rileva, rispetto alla precedente, una flessione del 5,6% dei nuovi casi (106.794 contro 113.182) e una sostanziale stabilità dei casi testati (465.534 contro 462.645). Ancora sopra la soglia di sicurezza i posti letto occupati in area medica e terapia intensiva. I dati mostrano una riduzione del 9,2% dei casi attualmente positivi (605.955 contro 667.303) dell’8,8% dei ricoveri con sintomi (24.948 contro 27.342) e del 10,5% in terapia intensiva (2.687 contro 3.003), mentre calano del 13,7% i decessi (3.985 contro 4.617).

“I dati di questa settimana – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – confermano che la frenata del contagio è sempre meno evidente, come documentato dalla modesta riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (5,7% contro 6,4%) e dalla lieve flessione dei nuovi casi settimanali (-5,6%)”.

Anche se le situazioni regionali sono eterogenee, è evidente, secondo Gimbe, che le misure di contenimento introdotte con il DPCM del 3 novembre stanno esaurendo i loro effetti. “L’incremento percentuale dei casi per 100.000 abitanti – aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari Gimbe – che la scorsa settimana era in flessione in tutto il Paese, questa settimana ha invertito la tendenza in 6 Regioni”. L’aumento più alto è quello di Sardegna (+8%) e Marche (7,4%), quello più basso della Val d’Aostra (+2,4%). Per quanto riguarda i ricoveri, continua la lenta discesa delle curve, ma l’occupazione da parte di pazienti Covid supera ancora la soglia del 40% nei reparti di area medica in 9 regioni, e quella del 30% nei reparti di terapia intensiva in 8 regioni. La curva dei decessi sale in maniera meno ripida, ma il numero è ancora molto elevato e sfiora i 4.000.

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