Senza auto e pediatra lontano, cittadino le dona vettura

Anna Franchino

Finisce nel migliore dei modi la storia della donna di Taverna di Montalto Uffugo (Cosenza) che non riesce ad avere un pediatra nel suo comune e per curare il proprio figlio deve arrivare fino a Bisignano, ma non ha i mezzi per farlo. Un cittadino della locride, letta la notizia sulla stampa, ha deciso di donarle un’utilitaria per consentirle di raggiungere il medico ogni qualvolta ne ha bisogno. La donna, appresa la notizia, incredula ed emozionata, ha ringraziato per il gesto. “Non mi era mai capitato che qualcuno – ha detto la donna – facesse un gesto così importante per me e i miei figli”. Da mesi chiedeva all’Asp di Cosenza di poter avere un pediatra nel comune di residenza perché il figlio di 5 anni è affetto da laringomalacia e lei non ha l’auto. Succede a Taverna di Montalto Uffugo ed è la storia di una madre, divorziata con tre figli, di cui il più piccolo malato, alla quale l’Asp ha affidato il pediatra a Bisignano, comune a 15 chilometri di distanza. Il piccolo qualche giorno fa, giocando a pallone nel cortile sotto casa, è stato poco bene e la mamma ha immediatamente chiamato il pediatra. Il medico, pur sapendo che la donna non poteva raggiungere lo studio, si è rifiutato di andare a visitare il piccolo a domicilio e chiesto alla donna, qualora avesse trovato un modo per arrivare in ambulatorio, di effettuare prima un tampone anticovid al piccolo. Con difficoltà e chiedendo aiuto ai vicini la madre è riuscita a far visitare il bimbo, ma da un altro medico a pagamento, fisicamente più vicino. La donna ha chiesto ripetutamente all’Asp di affidarle un pediatra a Taverna, ma la risposta è sempre la stessa “i pediatri hanno tutti raggiunto il numero di assistiti possibili”. “Sono andata anche dai carabinieri – ha raccontato la donna – ma mi hanno risposto che erano troppo impegnati per occuparsi di queste cose. Allora sono andata dal parroco a chiedere aiuto, non so più cosa fare. Non chiedo soldi, solo che mi venga assegnato un medico qui vicino, ma all’Asp fanno spallucce e mi dicono sempre che i pediatri sono pieni e se proprio ho bisogno mi devo cercare un ‘santo in paradiso’ che possa risolvere il mio problema. Qui, però, si tratta di un diritto e onestamente per il bene di mio figlio se avessi conoscenze le userei, ma non conosco nessuno e se mio figlio sta male sono costretta a chiedere ai vicini di accompagnarmi in ospedale o dal medico”.

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