Liquami in mare, sequestrato cantiere lavorazione inerti

Isabella Roccamo

Illeciti ambientali: controlli della Polizia di Stato della Guardia Costiera. Personale della Squadra Volante del Commissariato di P.S. Paola, durante il servizio di pattugliamento, ha notato che l’acqua alla foce di un fiume, ricadente nell’agro di San Lucido, era di colore marrone e che la stessa, riversandosi in mare, con l’aiuto delle correnti, creava una vasta chiazza scura.
Immediatamente sono stati attivati i controlli della Guardia Costiera – Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro e del personale della Polizia di Stato in servizio al Commissariato di P.S. Paola, entrambi competenti per territorio.
Le verifiche hanno consentito di individuare un grosso scarico abusivo: gli scarti della lavorazione di inerti, infatti, dai macchinari di un impianto privato giungevano fino ad un torrente ricadente nel Comune di San Lucido, per poi sfociare in mare.
Dopo un’attenta fase di coordinamento ed il riscontro in mare di un notevole intorbidimento delle acque marine nei pressi della citata foce, è scattato l’intervento sul posto.
Sono stati effettuati gli accertamenti per verificare le modalità di esecuzione di tutte le fasi di lavorazione degli inerti che hanno permesso di individuare uno scarico di notevole portata.
Nei pressi dei macchinari è stata individuata anche un’inusuale fuoriuscita di acque che defluivano nel sottosuolo.
Il controllo è stato quindi esteso nelle aree limitrofe. E’ stato individuato un artifizio – occultato tra la vegetazione – che risultava collegato all’impianto di lavorazione tramite un collettamento sotterraneo.
Dagli accertamenti è emerso che la ditta in argomento era priva di qualsivoglia autorizzazione allo scarico in mare di acque reflue.
L’attività si completava con il prelevamento di taluni campioni delle acque – inviati poi ai laboratori dell’Arpacal – in molteplici punti non solo dell’impianto ma anche del torrente allo scopo di verificare l’eventuale sussistenza di inquinamento delle non lontane acque marine.
La struttura è stata quindi sottoposta a sequestro per mancata autorizzazione allo scarico in mare ed il titolare è stato deferito alla locale Procura della Repubblica.

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