‘Ndrangheta: chiesto giudizio assessore Calabria, non c’è Cesa

Anna Franchino

La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 78 persone coinvolte nell’inchiesta “Basso profilo” condotta contro le cosche di ‘ndrangheta del crotonese e la rete di interessi intessuta con politici, imprenditori, pubblici amministratori. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo c’è l’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico, dell’Udc, accusato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso. Non c’è invece il leader dell’Udc Lorenzo Cesa, raggiunto nel maggio scorso da un avviso di conclusione indagini con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso. La Procura guidata da Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, anche l’ex presidente di Confindustria Giovani di Crotone Glenda Giglio, per il notaio di Catanzaro Rocco Guglielmo, per l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto, e per l’ex finanziere Ercole D’Alessandro. Talarico, secondo l’accusa, come candidato alle elezioni politiche del 2018, avrebbe offerto il suo appoggio, “in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre in ambienti politico-istituzionali nazionali” due imprenditori, presentati anche a Cesa. A Talarico, inoltre, viene contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso sempre in relazione alla candidatura alle politiche del 2018. In quella occasione, per l’accusa, si sarebbe incontrato con alcuni referenti reggini dell’imprenditore Antonio Gallo – ritenuto imprenditore di riferimento dei clan del Crotonese – “dichiaratamente vicino all’ex senatore Antonio Caridi”, “in particolare Natale Errigo (anch’egli indagato, ndr) – imparentato con esponenti della cosca De Stefano-Tegano di Archi”.

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