‘Ndrangheta: latitante da 3 anni, arrestato nel Reggino

Red02

I carabinieri della compagnia di Palmi e dello squadrone “Cacciatori di Calabria” hanno arrestato il latitante Rocco Graziano Delfino, di 34 anni, di Sinopoli. I militari lo hanno scovato nelle campagne di Sant’Eufemia d’Aspromonte. L’uomo, ritenuto un elemento di spicco della cosca Alvaro di Sinopoli, era ricercato dal 2017, dopo una condanna definitiva a 12 anni di carcere per traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo, inoltre, era ricercato per l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso febbraio dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria. Con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, infatti, Rocco Graziano Delfino è indagato nell’inchiesta “Eyphemos” che ha riguardato le cosche di Sant’Eufemia e i rapporti con la politica. Secondo il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, l’aggiunto Gaetano Paci e il sostituto della Dda Giulia Pantano che hanno coordinato le indagini, Delfino sarebbe stato affiliato all’interno del carcere di Palmi.

Anche da latitante, secondo gli investigatori, avrebbe partecipato alle riunioni della ‘ndrangheta di Santa Eufemia e sarebbe vicino alla “frangia mafiosa – è scritto nel capo di imputazione – riferibile a Domenico Laurendi detto ‘Rocchellina’”. Ritenuto un soldato della cosca, il latitante arrestato è parente di altri due indagati della stessa inchiesta coordinata della Dda: è nipote del “mastro di giornata” Pasquale Cutrì e fratello di Nicola Delfino detto “Cola”, entrambi accusati di associazione mafiosa. Il “ragazzo latitante a nome Rocco” veniva chiamato Delfino dagli altri indagati intercettati dalla squadra mobile. Di lui ha parlato anche il collaboratore di giustizia Pasquale Labate, un tempo affiliato alla cosca Guerrisi, satellite dei Piromalli di Gioia Tauro. Davanti ai magistrati, il pentito non ricordava il nome di Rocco Graziano Delfino ma ha riconosciuto la foto dicendo “È il soggetto battezzato in carcere”.

Fermati anche due parenti

Aveva trovato rifugio in un casolare della zona montana di Sant’Eufemia d’Aspromonte il latitante Rocco Graziano Delfino. Nel momento dell’arresto il ricercato era assieme a un fratello e a un altro parente che sono stati fermati per concorso in favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena. I militari dell’Arma sono riusciti ad individuare il latitante a conclusione di una serie servizi di appostamento in area impervia e poco accessibile. Cinturata l’intera area dove si trovava il casolare è scattato il blitz.

Rocco Graziano Delfino era armato. I carabinieri, infatti, hanno trovato nel suo nascondiglio una pistola calibro 6,35 con matricola abrasa munita di due caricatori e 11 cartucce. Ma aveva anche una carta di identità e una patente di guida, entrambe falsificate, grazie alle quali il latitante si muoveva indisturbato. Coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gaetano Paci e dal pm Giulia Pantano, gli investigatori non hanno dubbi che Delfino avesse una rete di favoreggiatori con i quali comunicava attraverso alcune ricetrasmittenti trovate all’interno del covo. Nel 2017 Rocco Graziano Delfino si era reso irreperibile allontanandosi dagli arresti domiciliari a cui era sottoposto.

Prima, quindi, si è sottratto all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria che lo condannava ad una pena di 4 anni e 4 mesi e poi all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nell’ambito dell’inchiesta “Eyphemos” poiché ritenuto elemento di spicco della cosca Alvaro di Sinopoli. Nel marzo scorso, infine, la Procura generale di Reggio Calabria aveva emesso nei suoi confronti un cumulo di pene per un totale di oltre 12 anni di reclusione.

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