Coronavirus, Guccione: “serve collaborazione, informazione, concertazione nelle misure”

Anna Franchino

Ritengo particolarmente importante l’invito, ancora non raccolto, che le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno rivolto al presidente della Giunta regionale Jole Santelli e al Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro Saverio Cotticelli, in merito ad un incontro per affrontare l’emergenza Coronavirus visto anche la situazione in cui versa la sanità calabrese, commissariata da oltre dieci anni. Credo sia fondamentale, così come ha fatto il Governo nazionale, che in questo momento particolarmente difficile per il nostro Paese vengano coinvolti tutti gli attori, forze sociali, economiche, produttive, il mondo del volontariato, etc., per aiutare a fronteggiare al meglio l’emergenza sanitaria. E lo ribadisco anche alla luce del fatto che proprio oggi, sul quotidiano “La Repubblica”, si sostiene che la sanità del Mezzogiorno non sarebbe attrezzata ad affrontare questa emergenza. Il presidente della Federazione nazionale dei medici, Filippo Anelli, infatti ha ammesso: “Se arranca la Lombardia, che non ha fatto tagli nei posti letto e ha il rapporto tra popolazione e ospedali maggiore d’Italia, figuriamoci cosa può succedere al Sud, dove abbiamo enormi svantaggi in termini di attrezzature e di personale”.

Mi sarei aspettato, e non lo dico polemicamente, che Jole Santelli, conoscendo anche la sua sensibilità, avesse informato tutti i consiglieri regionali, anche quelli di minoranza, sulle misure che sono state adottate e si intendono adottare, e sulla reale situazione del sistema sanitario calabrese nell’affrontare tale emergenza. Il sistema emergenza-urgenza, la rete ospedaliera e territoriale calabrese dopo dieci anni di commissariamento è stremato dal blocco del turnover e dalla mancanza di posti letto per acuti autorizzati, previsti dal Dca 64/2016 e mai attuati. Solo nella provincia di Cosenza i posti letto per acuti non attivati sono oltre 350. Inoltre, in questi anni per mancanza di personale sono stati accorpati o chiusi interi reparti ospedalieri.

Mi sarei inoltre aspettato, senza alcuna polemica ma in tono collaborativo, che anche in Calabria, oltre che a livello nazionale, valesse quanto affermato e chiesto dal Governo Conte. Serve collaborazione, informazione, concertazione nelle misure atte a fronteggiare l’emergenza sanitaria e Coronavirus, ma anche l’evidente crisi economica che attanaglia tutti i settori in una regione fragile e debole come la Calabria.

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