Coronavirus, Salvo: “il Governo è il nemico numero uno di partite iva e imprenditori”

Anna Franchino

In questo particolare periodo storico, l’attenzione risulta essere focalizzata esclusivamente sugli effetti provocati dal Covid 19 meglio conosciuto come “coronavirus”, ma  è necessario, nello stesso tempo, iniziare a riflettere su quello che succederà, a breve, nel sistema economico nazionale e per riflesso in quello regionale. I timori sulle possibili conseguenze da contagio che ad oggi hanno tenuto e stanno tenendo  con il fiato sospeso l’intera popolazione, ben presto spariranno e noi tutti ci troveremo difronte ad un ulteriore dramma, probabilmente ancora più pesante, che sarà quello di una nazione ridotta alla fame ed alla povertà, il disastro economico – sociale più violento di tutti i tempi. Tale preoccupazione, pian piano inizia ad occupare i pensieri di tutti coloro i quali vivono del proprio lavoro, il così detto popolo delle partite iva che a causa di provvedimenti governativi scellerati, sono stati costretti, forzatamente, a chiudere le proprie attività paralizzando così tutto il comparto produttivo della Calabria nazione. Non dimentichiamoci che l’apparato economico statale, è composto da più  tipologie lavorative, comprese quelle costituite da soggetti che lavorano in nero, a volte anche costretti per forza maggiore, i quali attraverso le loro prestazioni giornaliere riescono a mantenere e a dar da mangiare ad una famiglia intera. Vi sono inoltre i commercianti ed i liberi professionisti nonché gli imprenditori che investono le loro risorse nella propria azienda creando così posti di lavoro. Questo è il sistema economico – produttivo dell’Italia che piaccia o non piaccia, condiviso o non condiviso, rappresenta un modello di vita quotidiana e di certezza per chi lavora e per le rispettive famiglie.  È facile immaginare che la paralisi di dette attività per un discreto periodo di tempo, non può che creare disoccupazione, povertà e disperazione. Evidentemente poco importa a chi come i nostri rappresentanti politici vivono grazie allo Stato che mensilmente provvede ad accreditare sui loro conti fior di quattrini, oppure sono così superficiali ed istintivi da non rendersi conto che tali provvedimenti inevitabilmente colpiranno al cuore l’economia dell’intero paese. Orbene, l’attuale classe politica è composta, in maggioranza, da soggetti privi di adeguata preparazione, avventurieri ed altro, i quali hanno  distrutto il sistema sanitario nazionale prima e con il varo degli attuali provvedimenti legislativi, inevitabilmente metteranno in ginocchio l’economia dell’intera nazione.  In questo bruttissimo momento, i nostri governanti, anziché aiutate e sostenere le attività professionali e produttive, hanno preferito dimostrato il totale disinteresse nei confronti del popolo delle partite iva. Ridicolo ed offensivo è stato, ad esempio, lo slittamento del pagamento dell’IVA di solo quattro giorni, dal 16 al 20 di marzo e l’irrisoria somma di euro 600,00 a rimborso per il danno subito e comunque riservata a poche categorie commerciali. Trattasi, quindi, di  misure ridicole ed offensive, che comunque rappresentano il minimo danno rispetto a quello che deriverà dalla forzosa chiusura delle attività lavorative e del divieto di lavorare e di produrre.  Il popolo Italiano, purtroppo, pagherà un caro prezzo per aver eletto politici incompetenti ed irresponsabili, per avere un apparato governativo inadeguato alla risoluzione delle problematiche generali e per avere partiti politici inutili e poco propensi al bene comune.  La paralisi del sistema produttivo, purtroppo, creerà alla comunità intera, danni irreversibili ancora superiori a quelli del “coronavirus”.  Alla classe politica, evidente, poco interessa che per la maggior parte delle partite iva, la chiusura dell’attività comporterà l’impossibilità di provvedere al sostentamento proprio e della famiglia, e che la mancanza di garanzie per il futuro provocherà una sorte di disperazione con conseguenze irreparabili per tutti. Basta pensare alle aziende che saranno costrette a licenziare ed assistere impotenti al fallimento annunciato per il mancato aiuto da parte dello stato, le conseguenze anche in questo caso saranno dettata dalla disperazione ed i  decessi volontari potrebbero addirittura essere di numero superiori a quelli provocati del Covid 19. 

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