Regione, F.Pitaro: “no modifica Regolamento società partecipate”

Anna Franchino

“La Calabria, proprio in una fase in cui la crisi colpisce duramente e acuisce i disagi sociali delle persone, rischia, con la modifica del Regolamento per la nomina dei componenti delle società partecipate introdotta dalla Giunta regionale, di aprire un’altra pagina buia e foriera di diseconomie e infauste sorprese”. Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale d’opposizione Francesco Pitaro. “Soprattutto adesso – aggiunge – la Calabria avrebbe bisogno non di maglie più larghe e discrezionali nella gestione della cosa pubblica, ma di più rigore e più attenzione alla trasparenza delle scelte che debbono valorizzare, specialmente quando si amministrano enti pubblici e risorse della collettività, non le appartenenze ma il merito e le competenze. E invece dall’esecutivo regionale continuano ad arrivare segnali assai preoccupanti. Dal Presidente della Repubblica al Ministro dell’Interno giungono allarmi sul rischio che la crisi, se non scrupolosamente vigilata, lasci spazio a illegalità, inquinamenti e soprusi, ma la Regione Calabria sembra indifferente all’esigenza di potenziare, in ogni sua performance, il principio di legalità, che implica, per ogni incarico direttivo, l’avviso pubblico e la selezione accurata e puntualmente motivata. Tutto il contrario di quanto, incredibilmente, sta prefigurandosi annullando avviso pubblico e selezione per l’individuazione di chi dovrà dirigere gli enti sub regionali. Ancorché un altro errore politico, si è in presenza di un affronto alla Costituzione. E lo si fa, inoltre, nella fase più critica per le Istituzioni pubbliche che, per recuperare la fiducia dei cittadini ai minimi termini, dovrebbero, come la moglie di Cesare, essere immuni, nel loro operare, da ogni sospetto di arbitrarietà”. “Invito pertanto la Presidente della Regione – dice ancora Pitaro – a rivedere la modifica del Regolamento, rendendolo, se possibile, ancora più ossequioso dei principi costituzionali. Per esempio, portando all’attenzione del Consiglio regionale, prima che le necessarie procedure pubbliche siano perfezionate, le scelte che l’Esecutivo intende assumere. Non per realizzare anacronistiche e dannose pratiche consociative, ma per garantire che le persone cui affidare importanti responsabilità siano dotate della massima professionalità e si apprestino a svolgere i loro compiti, come sancisce l’art. 54 della Costituzione, con disciplina e onore”.

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