Tar Calabria: interdittive antimafia raddoppiate in 5 anni

Anna Franchino

“Ormai la scena del confronto con la criminalità organizzata, soprattutto con le infiltrazioni o con il rischio di infiltrazioni dell’economia attraverso le imprese. veda più attori protagonisti. Le interdittive antimafia, in questo senso, sono provvedimenti che se adottati colpiscono le imprese”. Lo ha detto il presidente del Tar della Calabria Giancarlo Pennetti in occasione dell’apertura, a Catanzaro, dell’anno giudiziario 2022. Le interdittive antimafia – ha elencato il presidente Pennetti – sono raddoppiate nell’ultimo lustro: da 972 del 2017 si è passati a più di 2 mila dell’ottobre nel 2020 e a 1.789 ad ottobre scorso. “Secondo questi dati – ha precisato – la Calabria è la regione che registra il maggior numero di imprese colpite da qustzo tipo di provvedimenti. Noi, naturalmente, esaminiamo in punto di legittimità la loro validità e ci esprimiamo ma oggi i percorsi sono plurimi. Non c’è solo la prevenzione amministrativa esercitata dal prefetto e i cui esiti vengono impugnati, c’è anche il Tribunale della prevenzione penale, c’è una serie di strumenti che vanno ad ampliare lo scenario amministrativo nel senso di non preoccuparsi più solo della prevenzione amministrativa ma anche della cura, del recupero, della bonifica di imprese infettate dalla mafia, cioè quelle imprese che dimostrano di essere state lambite solo in parte o di avere possibilità di riscattarsi da questo vincolo”. “Con la nostra giurisprudenza – ha detto ancora Pennetti – cerchiamo di coordinarci con questi altri attori, di evitare corto circuiti e fare in modo che la decisione sull’interdittiva, se deve aspettare altri esiti volti al recupero e alla terapia, si fermi. In questo senso cerchiamo di fare in modo che il patrimonio di relazioni economico-finanziarie maturato da quell’impresa non si estingua strada facendo”. Il presidente del Tar della Calabria ha poi fatto un riferimento alle ordinanze contingibili e urgenti in materia scolastica che si sono moltiplicate durante il periodo della pandemia. “Speriamo che si tratti di una vicenda chiusa definitivamente – ha sostenuto – malgrado il recupero ultimo di contagiosità, soprattutto alla luce del fatto che il legislatore ha messo in chiaro i limiti del ricorso alla Dad. Guardo con favore il fatto al drastico abbassamento dei ricorsi contro ordinanze contingibili e urgenti. Tutte circostanze che sono state probabilmente percepite dal cittadino come bracci di ferro istituzionali. Una specie di commedia degli errori e degli equivoci che nuoce al cittadino mentre il rapporto tra istituzioni deve restare rapporto tra istituzioni e non tra litiganti che vogliono competere”.

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