Cadaveri nell’Aretino: si cerca Dna indagati su abiti vittime

Anna Franchino

Potrebbe arrivare dalla comparazione del Dna la svolta nelle indagini per l’omicidio dei due fratelli Angelo ed Ettore Talarico, 42 e 35 anni, di Cerva (Catanzaro), uccisi 16 anni fa a colpi di pistola e poi sepolti in una buca in un bosco a Terranuova Bracciolini (Arezzo). Oggi il gip di Firenze Piergiorgio Ponticelli ha dato incarico a un perito di comparare il Dna dei 10 indagati nell’inchiesta, coordinata dal pm della Dda fiorentina Giuseppina Mione con quello che sarà possibile estrarre dai reperti sequestrati nel 2006 sul luogo del delitto. L’esame del Dna verrà effettuato in incidente probatorio, con la partecipazione di consulenti sia degli indagati che della procura. Al perito, una biologa e genetista di Roma, è stato chiesto di verificare l’eventuale presenza di materiale biologico sui reperti sequestrati all’epoca – tra cui abiti e bossoli -, e nel caso di estrapolare il Dna, per poi compararlo con quello degli indagati. Tra questi, nove si sono sottoposti volontariamente al prelievo di campioni biologici mentre per uno, che aveva rifiutato, la procura ha chiesto e ottenuto il prelievo coattivo. Le operazioni peritali inizieranno il 22 marzo e dureranno circa due mesi e mezzo. L’udienza per la discussione dei risultati è fissata per il 7 giugno 2022. I cadaveri dei fratelli Talarico furono trovati il 9 aprile 2006 in una buca profonda un metro e mezzo in un bosco a Terranuova Bracciolini nel Valdarno Aretino, feriti a morte da colpi sparati da due diverse pistole. L’inchiesta sarebbe ripartita negli ultimi mesi del 2021. Gli indagati sono tutti di origine calabrese, tra cui anche un imprenditore titolare di una ditta edile. Omicidio in concorso e associazione mafiosa le ipotesi di reato.

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