DOP per il Cedro, il Consorzio cerca accordo con Coldiretti

Red

E’ nata una querelle tra il Consorzio del Cedro di Calabria, guidato da Angelo Adduci, e la Coldiretti Calabria, presieduta da Franco Aceto. In un comunicato, Adduci scrive di aver letto “di un annunciato ricorso promosso da Coldiretti Calabria” in relazione all’annunciata DOP per il cedro. “Quello che mi lascia stupito è la dichiarazione dello stesso Presidente che asserisce che la denominazione scelta per la DOP del Cedro – scrive Adduci – legittimerebbe errori del passato e scelte individualistiche che, mancando del riconoscimento di una comunità forte, avrebbero respiro corto”.

“La denominazione adottata per il riconoscimento DOP è riconosciuta da tutti i protagonisti che vivono il mondo della cedricoltura da anni – sottolinea ancora Adduci – e con sacrificio, ma soprattutto ci viene imposta dalla storia. E’ la documentazione storica (allegata alla richiesta presentata) che ha dato la denominazione alla domanda di riconoscimento avanzata dal Consorzio del Cedro di Calabria, che non ha fatto altro che ratificare il ruolo di Santa Maria del Cedro come capitale internazionale della cedricoltura”. “La denominazione indicata è riconosciuta in ambito regionale, nazionale ed internazionale, ma soprattutto è stata accertata dal parere favorevole del Ministero Delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali, – si legge ancora – ed ancor prima dal Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria”. Adduci sottolinea che diversi cedricoltori, associati a Coldiretti Calabria, hanno sottoscritto un documento congiunto sulla ridefinizione dei parametri della cedricoltura, redatto dal Consorzio del Cedro di Calabria e dal Consorzio Europeo Cedro Mediterraneo Terre di Calabria, “nel quale è ribadita a chiare lettere la denominazione Cedro di Santa Maria del Cedro, varietà liscia diamante”.

“Allora mi chiedo, quale immagine può essere più coordinata per il bene del Cedro, se non quella dei due consorzi che lavorano in sinergia e promuovono delle linee guida comuni per il bene della cedricoltura?”, chiede Adduci. Che conclude scrivendo che “se la DOP avrà come denominazione “di Santa Maria del Cedro” avrà vinto il territorio; se la DOP avrà come denominazione “di Riviera dei Cedri” avrà vinto il territorio; se la DOP avrà come denominazione “di Calabria” avrà vinto il territorio; se la DOP avrà una qualsiasi denominazione avrà vinto il territorio; se la DOP non dovesse essere accolta o l’iter dovesse avere una battuta d’arresto sapremo che le responsabilità non saranno degli operatori, degli studiosi, dei tecnici, dei dirigenti regionali o della politica, che è stata vicina in tutta la questione al Cedro, ma ancora una volta sarà di chi, in maniera superficiale e nell’interesse puramente egoistico, preferisce sgambettare e rallentare lo sviluppo della nostra amata Calabria”.

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