Economia nel cosentino, presentato 17° rapporto BCC Mediocrati

Red

Anche nel 2021, il Covid-19 ha rappresentato un incubo per gli imprenditori: 8 operatori economici su 10 hanno dichiarato un crollo dei loro volumi di affari. A ciò si aggiungono le gravi ripercussioni generate dall’emergenza pandemica tra cui il mancato rispetto delle scadenze fiscali, il pagamento di fornitori e utenze, la difficoltà di incassare crediti per andare avanti e i ritardi accumulati nel pagamento del personale. Lo si evince dal 17° Rapporto sull’economia in provincia di Cosenza, promosso dalla BCC Mediocrati e realizzato da Demoskopika.

Preoccupazione si registra per il rischio dell’ingresso nei mercati della criminalità organizzata. Migliora, comunque, l’indice di fiducia, che si attesta ai livelli prepandemia del 2019.

“La pandemia da Covid-19 – dichiara il presidente della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino – ha colpito molto duramente il tessuto produttivo locale, già strutturalmente debole e in fase di stagnazione, provocando forti cali nei fatturati delle imprese, difficoltà finanziarie, un sostanziale blocco degli investimenti e una riduzione dei livelli occupazionali. L’avvento del Covid-19 ha certamente fatto emergere la fragilità dei sistemi economici globali e locali. Imprese e istituzioni, impreparate ad affrontare un evento di questa portata, hanno dovuto interrogarsi, oltre che sulla natura della crisi, anche sulle possibili strategie da adottare per affrontarla”.”

«L’indagine – commenta il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – restituisce una visione bicefala degli operatori economici. Da un lato, un clima di fiducia in netta risalita, determinato, con molta probabilità, dalla fase della vaccinazione e, dall’altro, da tendenziali segnali di ripresa economica. L’altra faccia della stessa medaglia, è condizionata dalla forte preoccupazione, da parte della business community locale, di un rafforzamento della criminalità organizzata. Oltre 50 mila imprenditori calabresi – precisa Raffaele Rio – percepiscono un incremento dell’infiltrazione criminale nel tessuto produttivo regionale”.

Per la gran parte degli imprenditori intervistati, il 78,7%, il Covid-19 ha generato un calo dei fatturati aziendali, mentre una quota molto più contenuta del campione, il 20,8%, non ha subito riduzioni del proprio volume di affari. Analizzando i risultati in base ai settori si può notare come il calo più consistente, superiore al 50% del fatturato complessivo, viene fatto registrare dal settore commerciale (28,7%) e dei servizi (25%) seguiti dal comparto agricolo (20%); meno negativa la situazione per le costruzioni e l’industria per i quali la quota si abbassa rispettivamente all’8,7% e al 10,3%.

Ben 7 imprenditori su 10, pari al 69,8%, denunciano di avere avuto difficoltà finanziarie a seguito della crisi Covid mentre solo una quota molto più contenuta (30,2%) non ha avuto ripercussioni negative sui conti aziendali.

Per poco più della metà (52,5%), inoltre il problema principale ha riguardato il rispetto delle scadenze fiscali e la difficoltà ad incassare i crediti. Per quanto riguarda il sostegno alle imprese, prevale il “voto sufficiente” del sistema economico locale.

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