La vicenda del parroco milanese che alcuni giorni fa ha celebrato messa nel mare di Crotone usando un materassino come altare in acqua, finisce sotto l’attenzione dell’autorità giudiziaria: il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, ha reso noto che il suo ufficio ha “iscritto un fascicolo ed avviato indagini per ‘offesa a una confessione religiosa’ in ordine all’episodio di una presunta celebrazione religiosa svolta nel mare antistante la spiaggia cittadina e le cui immagini sono state diffuse sui mass-media. Gli accertamenti sono stati delegati alla Digos di Crotone”.
Il sacerdote ed i suoi ragazzi hanno partecipato ad un campo che si è tenuto nella cooperativa Terre Joniche-Libera Terra che gestisce i terreni confiscati alla cosca di ‘ndrangheta degli Arena di Isola Capo Rizzuto, partecipando a escursioni e incontri con chi combatte in prima linea la ‘ndrangheta. Ieri, sulla vicenda, è intervenuta anche la Diocesi di Crotone per evidenziare che “in alcuni casi particolari, in occasione di ritiri e campi scuola e nei luoghi di vacanza, è anche possibile celebrare la Messa fuori dalla chiesa. Bisogna, però, prendere sempre contatti con i responsabili ecclesiali del luogo in cui ci si trova per consigliarsi sul modo più opportuno di realizzare una celebrazione eucaristica di questo genere. Soprattutto – ha sottolineato la Diocesi – è necessario mantenere quel minimo di decoro e di attenzione ai simboli richiesti dalla natura stessa delle celebrazioni liturgiche”.