Sanità: Cosenza, innovativo intervento per tumore dell’intestino

Redazione

I chirurghi dell’Ospedale Annunziata di Cosenza continuano nel solco delle innovazioni. Pochi giorni fa è stato effettuato, per la prima volta in Calabria, e con pochi precedenti in Italia, la prima ileostomia percutanea di protezione, su un paziente di 60 anni, padre di famiglia, operato per un tumore maligno del retto basso, dopo essere stato trattato con chemioterapia e radioterapia. E’ quanto si legge nel comunicato stampa emanato dall’ufficio stampa del Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Gianfranco Filippelli.

In questi tipi di tumori, per proteggere l’anastomosi, ovvero il collegamento che si rende necessario fare dopo avere asportato il tumore, tra il colon ed il retto residuo, e favorire il suo consolidamento, si è soliti confezionare una ileostomia detta di protezione: l’intestino viene deviato temporaneamente all’esterno e viene applicata una sacca da cui fuoriesce materiale enterico, che il paziente si porta a casa e che è costretto a tenere per almeno 6 mesi. Le feci che fuoriescono dall’ileostomia sono semiliquide e contengono enzimi della digestione aggressivi, aumentando così il rischio di irritazioni e lesioni peristomali, oltre comprensibili disagi quotidiani.

Superati i 6 mesi il paziente deve essere riportato in sala operatoria ed essere rioperato, in anestesia generale, per chiudere la stomia, ma non sempre ciò si verifica, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Da adesso in poi non è più così, almeno nei casi selezionati operati nel reparto della UOC di Chirurgia Generale “Falcone” dell’Annunziata di Cosenza, diretta da Bruno Nardo. Dopo che il tumore maligno era stato asportato ed era stata ripristinata la continuità intestinale, è stata eseguita, per la prima volta nella storia della chirurgia calabrese, una ileostomia percutanea temporanea.

Tale procedura, semplice ma assai delicata, è consistita nell’inserire, attraverso una incisione di 1 cm, un sottile drenaggio percutaneo, dotato all’estremità di un palloncino gonfiabile, che è stato fissato all’interno dell’ileo e fissato alla parete interna dell’addome. Il palloncino è stato opportunamente gonfiato con una misurata e delicata pressione, per evitare potenziali effetti collaterali, ed ha impedito alle feci di contaminare l’anastomosi deviandole all’esterno in un sistema chiuso. La pervietà del tubo è stata garantita con ripetuti e quotidiani lavaggi, fatti anche dai dai validi e solerti infermieri del reparto. Dopo circa una settimana, dopo avere verificato che l’anastomosi fosse ben salda, il palloncino è stato sgonfiato ed il drenaggio rimosso senza alcuna difficoltà. Il paziente è stato dimesso dopo pochi giorni.

La notizia più bella è che il paziente non dovrà più ritornare da Acri a Cosenza a farsi controllare periodicamente in ambulatorio, e soprattutto non dovrà farsi rioperare, per chiudere la ileostomia. La migliore qualità di vita  si accompagna, pertanto, ad una drastica riduzione dei costi associata a tale procedura, in termini di riduzione complessiva dei tempi di ospedalizzazione con ottimizzazione dell’uso della sala operatoria.

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