E’ anche grazie alle confessioni di Francesco Bevilacqua, alias “Franchino i Mafarda”, all’epoca dei fatti capo degli zingari di Cosenza, poi divenuto collaboratore di giustizia, che si è giunti a svelare i retroscena della strage di via popilia avvenuta il 9 novembre del 2000 e oggi grazie a quelle dichiarazioni ed investigazioni si è giunti finalmente alle condanne. La Corte d’Assise del tribunale di Cosenza infatti nella tarda serata di ieri ha inflitto la pena dell’ergastolo ad Antonio Abbruzzese Fiore Abbruzzese e Celestino Bevilacqua per tutti è stato disposto l’isolamento diurno per 18 mesi. Luigi Berlingieri è stato condannato a 30 anni di reclusione e Saverio Madio alla pena di 28 anni e 6 mesi (unico escluso dalla circostanza aggravante della premeditazione); tutti imputati per il duplice omicidio nel quale morirono Aldo Benito Chiodo e Francesco Tucci. Condannati al pagamento delle spese processuali ed a quelle delle rispettive custodie cautelari.il colleggio difensivo ha già preannunciato che ricorrerà in appella appena una volta depositate le motivazioni della sentenza. Dopo 20 anni dunque gli autori di quella che viene considerata una guerra lampo fra due fazioni in lotta per la spartizione dei proventi di alcune attività illecite sono stati consegnati alla giustizia. Un commando armato di kalashnikov, pistole e fucili che fece fuoco nell’autunno del 2000 in uno dei quartieri più popolosi della città. A capo del gruppo di fuoco c’era l’ex capo della criminalità nomade cosentina, Franco Bevilacqua che, successivamente ha svelato tutti i retroscena della strage e i nomi dei complici facendo ritrovare l’auto – una Lancia Thema – e parte delle munizioni utilizzate per compiere il duplice omicidio. Dunque ancora una volta determinanti le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia per chiudere il quadro su delitti irrisolti commessi dalla criminalità organizzata cosentina.