Depurazione, Ferrara (M5s): “si può fare ancora molto, contrasto agli scarichi abusivi e trasparenza nell’uso dei fondi”

Anna Franchino

«Ho sempre ritenuto quello della depurazione un tema prioritario. Tanto per la salute umana e dell’ambiente quanto perché un mare pulito equivale a turismo di qualità con relativo indotto economico». L’eurodeputata Laura Ferrara interviene sul tema della depurazione in Calabria che la vede impegnata in prima linea sin dal suo insediamento al Parlamento europeo. «Ho da tempo presentato un decalogo di proposte, che non richiedono grandi risorse economiche né stravolgimenti organizzativi o strutturali per poter essere attuate. Richiedono, piuttosto, volontà politica, rispetto per i cittadini e amore per la propria terra. Noto che alcune delle mie proposte sono state messe in campo da questa amministrazione regionale. Mi riferisco ad esempio alla gestione pubblica dello smaltimento dei fanghi, sarebbe anche utile capire come e con quali risorse la Regione intende smaltirli. Il censimento degli impianti depurativi funzionanti e non. Il controllo del corretto svolgimento delle attività di autospurgo (tramite forze dell’ordine ed autorità competenti) e il divieto di transito nelle ore notturne, così come da qualche tempo pare sia partito il monitoraggio degli impianti di depurazione attraverso l’uso di nuove tecnologie e la partnership con i centri di ricerca. Ci sarebbe anche una programmazione di un piano di interventi attraverso cui colmare il deficit infrastrutturale e su questo mi auguro si proceda con assoluta trasparenza nell’uso dei fondi europei, nazionali e regionali. Sarebbe inoltre importante che l’erogazione di risorse pubbliche tenga conto delle priorità derivanti dalle procedure d’infrazione, delle eventuali ”emergenze depurative”, e che abbracci i diversi comuni costieri e montani in un quadro organico, al fine di evitare che le criticità del sistema depurativo del singolo Comune ricadano sui Comuni limitrofi virtuosi». «Ma ancora molto si dovrebbe fare – Ferrara ricorda anche le altre azioni previste dal suo “decalogo” più volte sottoposto alle istituzioni locali -. Perché il monitoraggio e i finanziamenti a pioggia non bastano per assicurare un mare sano e pulito» afferma. «Bisogna avviare al più presto un aggiornamento delle mappature comunali delle reti fognarie e una revisione delle stesse per acque bianche ed acque nere; il censimento ed allacciamento alla rete fognaria delle molte abitazioni e attività non ancora collettate; portare avanti con fermezza la ricerca approfondita di tutte le condotte abusive anche attraverso la mappatura subacquea completa che permetta di individuare la presenza di condotte non segnalate, volutamente occultate o danneggiate. È possibile, inoltre, introdurre nuovi sistemi di trattamento delle acque reflue, anche in via sperimentale, per i Comuni più piccoli. Nell’immediato, ancora, la Regione Calabria dovrebbe provvedere all’aggiornamento della banca dati sulla depurazione dedicata agli interventi per superare le procedure d’infrazione sono ben tre quelle che riguardano 174 agglomerati situati in Calabria. Un ritardo, questo, inaccettabile per evitare nuove  future sanzioni e garantire ai calabresi un mare pulito e salute pubblica» conclude.

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