Settimana Mondiale del Glaucoma, seminario a Cosenza martedì 12 marzo al “Nitti”

Anna Franchino

Nel mondo le persone affette da glaucoma sono circa 76 milioni, circa 1 milione nel nostro Paese, di cui però più o meno la metà non è consapevole di esserne affetta. Per informare sui rischi e i danni che questo “ladro silenzioso della vista” può arrecare, da domenica 10 a sabato 16 marzo torna in 100 piazze italiane “La Settimana Mondiale del Glaucoma” di IAPB Italia Onlus, una grande campagna di sensibilizzazione che coinvolge in modo capillare i territori grazie alla Collaborazione delle strutture territoriali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con la distribuzione di opuscoli informativi nelle piazze dei capoluoghi di provincia, interviste a medici oculisti sui media locali e controlli gratuiti o visite di approfondimento con oftalmologi. In Calabria l’UICI Regionale e la IAPB Onlus del presidente Pietro Testa hanno organizzato un seminario che si svolgerà all’Istituto di Istruzione Superiore IPSSS “Leonardo Da Vinci” – ITAS “Antonia Nitti” di Cosenza martedì 12 marzo con inizio fissato per le ore 11,30 e a cui prenderanno parte le classi quarte e quinte degli indirizzi “Socio-sanitario” e “Chimico-Biologico”. L’iniziativa è stata concordata e fortemente voluta dal presidente Pietro Testa e dal dirigente Damiano De Paola che ha sposato con grande interesse la giornata dedicata alla cura e prevenzione del glaucoma. Per approfondire le informazioni dell’opuscolo basta inquadrare il QR-code col proprio telefonino e accedere così al sito www.settimanaglaucoma.it: fonte di informazione completa sulla patologia e sulle iniziative gratuite a disposizione della popolazione a livello locale. «Si tratta di un’iniziativa molto importante che tende a sensibilizzare la popolazione sui rischi e le insidie che nasconde una patologia come il glaucoma – afferma il presidente dell’UICI Calabria e IAPB Italia Onlus Pietro Testa – Riscontriamo una consapevolezza sulla necessità di prevenzione delle malattie oculari ma l’offerta pubblica utilizza vecchi modelli di salute oculare, incapaci di assicurare l’accesso ad una visita oculistica a coloro che rischiano di perdere in tutto o in parte la vista. Questi incontri servono proprio a far accrescere l’interesse comune».

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